ROMA – La Sicilia, nel 2022, si attesta al 24,0% per abitudine alla lettura secondo i dati dell’ultimo rapporto dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) su “Lettura di libri e fruizione delle biblioteche”. La nostra regione, nel confronto tra Isole maggiori, va peggio della Sardegna dove si registra una percentuale del 40,0%; quest’ultima realtà si caratterizza per quote di lettori sovrapponibili a quelle delle regioni del Centro, zona che si attesta al 42,4%.
Nella nostra terra dunque si legge poco, nonostante sia una realtà che ha dato i natali a scrittori di grande pregio e conosciuti in tutto il mondo come Leonardo Sciascia, Luigi Pirandello, Giovanni Verga, Andrea Camilleri, solo per citarne alcuni e sebbene conservi un patrimonio culturale di inestimabile valore. Completando la rilevazione dei dati, l’indagine Istat riporta che la maggior parte dei lettori del “bel Paese” si trova al Centro-Nord, con percentuali del 46,3% al Nord-Ovest e del 45,8% nel Nord-Est. Nel tempo, come dice l’indagine, i rapporti tra i livelli di lettura osservati nelle diverse ripartizioni del Paese si mantengono abbastanza costanti, con un rapporto Nord-Mezzogiorno di quasi due lettori su uno.
Ma ritornando alla bassa propensione dei siciliani alla lettura, cosa si può fare per stimolarli a leggere di più e a frequentare anche più abitualmente le biblioteche? Forse ci vorrebbe un maggior numero di iniziative a carattere culturale o più semplicemente bisognerebbe abbandonare, almeno in parte, la consolidata dipendenza da telefonini e piattaforme social che comunque è ormai piuttosto diffusa in tutte le parti del mondo.
Per quel che attiene alla fruizione delle biblioteche, dal rapporto emerge come sia di nuovo più elevata nelle regioni settentrionali con una percentuale del 13,9%, rispetto alle realtà del Centro (9,2%) e soprattutto in confronto alle regioni del Meridione (5,7%) con l’unica eccezione ancora una volta della Sardegna, regione nella quale si registra una percentuale dell’11,5%.
I più assidui frequentatori delle biblioteche, a livello nazionale nel 2022, sono soprattutto giovani e giovanissimi tra i 6 e i 24 anni con una quota più che doppia rispetto al resto della popolazione (23,5% a fronte del 10,2% della media generale). Durante il periodo di emergenza sanitaria, le difficoltà di fruizione in presenza nelle biblioteche sono state in parte mitigate dagli accessi online, con una quota che si è pressocché mantenuta stabile nel 2022, da un 6,8% del 2021 ad un 6,4% per lo scorso anno.
L’indagine riporta comunque come nell’anno in corso ci sia stata un riduzione di lettori (39,3%) rispetto ai due anni precedenti (rispettivamente il 41,4% nel 2020 e il 40,8% nel 2021) e sul fronte delle iniziative rivolte ad una maggiore diffusione dei libri e della lettura, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, intervenuto di recente all’inaugurazione del Salone del Libro di Torino insieme al presidente del Senato Ignazio La Russa, ha annunciato: “Stiamo lavorando a una legge sul libro che abbia due strumenti qualificanti: da un lato un equo canone sulle librerie e dall’altro un contributo a fondo perduto per i giovani under 35 che vogliono aprire una libreria” e ha spiegato che il primo strumento servirà “a vincolare i comuni e gli enti pubblici ad affittare a prezzo calmierato i locali per evitare lo spopolamento delle librerie nei centri storici”. Riguardo al Salone, Sangiuliano ha sottolineato: “È un evento cresciuto, di dimensione internazionale”.