Consumo

Istat, tra le famiglie italiane cresce l’insicurezza alimentare

ROMA – Nel 2019, l’1,6% delle famiglie italiane presenta segnali di insicurezza alimentare, cioè dichiara di non aver avuto, in alcuni periodi dell’anno, denaro sufficiente per comprare cibo e di non potersi permettere un pasto proteico almeno due volte a settimana.

Il dato è in leggero rialzo per la prima volta dal 2013. Lo rileva il Rapporto Sdgs 2021 di Istat, dedicato al monitoraggio dei Sustainable Development Goals, i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, per il nostro Paese, in particolare per quanto riguarda il Goal 2 (sconfiggere la fame).

Tra i bambini più piccoli (3-5 anni) quasi uno su tre è in sovrappeso. La proporzione scende a uno su quattro se si considerano bambini e adolescenti (3-17 anni). La situazione è più grave nel Mezzogiorno. I dati 2019 interrompono la tendenza positiva degli ultimi anni, rafforzando le preoccupazioni per la salute dei più giovani e degli adulti di domani.

Nel 2019, l’estensione delle coltivazioni biologiche raggiunge il 15,8% della superficie agricola utilizzata in Italia, quasi il doppio della media Ue.

Tuttavia, il tasso di crescita annuo delle superfici convertite all’agricoltura biologica o in fase di conversione (+1,8%) è il più basso dal 2012 e negativo nel Mezzogiorno.

Migliorano gli indicatori di pressione dell’agricoltura sull’ambiente. Nel 2019 sono stati distribuiti 485 kg di fertilizzanti e 13,2 di fitofarmaci per ettaro, rispettivamente il 5% e il 3,1% in meno dell’anno precedente.

Diminuiscono anche le emissioni di ammoniaca (-1% sull’anno precedente e -7,4% dal 2009), che restano entro i limiti fissati dalle direttive comunitarie.