Istruzione

Istituto De Felice-Olivetti di Catania: un’offerta formativa moderna e densa di novità

CATANIA – Sono giorni di fermento, emozione e tanto lavoro e organizzazione. Rientrare a scuola, dopo le lunghe vacanze estive, è sempre una tappa importante sia per gli alunni che per le famiglie. Ma anche per il personale scolastico che, tramite la guida del dirigente, anima e cura l’istituzione di turno.

È quello che succede anche all’Istituto superiore De Felice-Olivetti di Catania, che di recente ha anche ottenuti i fondi dal Piano nazionale ripresa e resilienza, fondamentali per apportare altri miglioramenti all’edificio scolastico. Abbiamo intervistato la dirigente Anna De Francesco, per parlare di questo ma anche per captare, nel complesso, le sensazioni di questi primi giorni di rientro e per documentare i prossimi progetti di una scuola che ha fatto dell’intreccio tra il mondo del lavoro e quello formativo un mantra da seguire.

Un modello, anche, per quanto riguarda l’interculturalità e la valorizzazione del territorio. Una macchina organizzativa e didattica complessa, che unisce l’esperienza, la competenza e l’impegno.

Per tutta Italia è un momento molto importante: in questi giorni si è tornati tra i banchi di scuola per il nuovo anno scolastico. Che clima c’è al De Felice-Olivetti?
“Il clima è sempre di grande fermento. Stiamo introducendo molte novità e sono in corso diverse organizzazioni, anche grazie ai fondi del Pnrr, con cui abbiamo cambiato la destinazione d’uso di numerose aule e potenziato i laboratori. Ci sono quindi molte nuove iniziative da gestire. Come accade per tutte le novità, è necessario un periodo di assestamento, ma credo ne valga la pena. Abbiamo creato nuovi laboratori virtuali, oltre a quelli di informatica e lingua. Per questo nuovo anno scolastico, abbiamo anche una nuova aula magna, più grande. In sintesi, grazie ai fondi del Pnrr, abbiamo realizzato davvero tanti progetti”.

Preside, lei con che stato d’animo inizia questo nuovo anno? Il suo è un ruolo molto faticoso ma sicuramente appagante…
“Sì, certo. Più che un compito faticoso, il nostro ruolo comporta grandi responsabilità, sia verso gli alunni che verso il personale. Ci occupiamo della loro salute, sicurezza e della gestione dei dati, ambito in cui ci sono numerose leggi da rispettare, che riguardano aspetti cruciali della scuola. Ogni anno porta una nuova spinta, una voglia di migliorare. È stimolante conoscere nuovi studenti, iniziare con le prime classi e accogliere i nuovi iscritti nelle altre classi. Le numerose iscrizioni, anche tardive, ci hanno costretto a riorganizzare aule e gruppi di alunni. L’inizio dell’anno scolastico è sempre un momento speciale, animato dalla motivazione di fare qualcosa di positivo e significativo per i ragazzi. Proprio in questo periodo, un gruppo di studenti è appena tornato dal percorso Pcto (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento) all’estero, in particolare a Malta. Altri tre gruppi si trovano attualmente a Malta, in Spagna e in Francia per esperienze lavorative internazionali, con 15 ragazzi per ciascun gruppo e una permanenza di tre settimane”.

Anche quest’anno, dunque, i Pcto all’estero fanno parte della vostra offerta formativa. Quali sono le tappe previste per gli studenti?
“Come già detto, in questo momento diversi studenti stanno partecipando a progetti Pcto all’estero. Il primo progetto è iniziato ad agosto e si è concluso proprio in questi giorni a Malta. Attualmente, un gruppo si trova ad Antibes, in Francia, un altro in Spagna e un ulteriore progetto è in corso a Malta. Complessivamente, sono già 45 gli studenti coinvolti in queste esperienze internazionali, a cui si aggiungeranno altri 15 studenti che nel mese di ottobre si recheranno a Malta , per 21 giorni, sempre per Pcto. Tuttavia, questi non sono gli unici progetti che offriamo. Promuoviamo anche i programmi Erasmus, che prevedono esperienze all’estero durante tutto l’anno scolastico. Queste opportunità sono aperte anche ai docenti, che possono arricchire le proprie competenze con nuove esperienze. Inoltre, siamo parte attiva in questi scambi interculturali, accogliendo a Catania insegnanti e studenti provenienti da scuole olandesi, francesi e spagnole, contribuendo così a valorizzare questi scambi da cui tutti possiamo trarre beneficio”.

Quanto ci ha appena detto dimostra ancora una volta come siate da sempre una scuola che punta molto sul mondo del lavoro. Che ambizioni avete, in questo senso, per l’anno scolastico attuale?
“Vogliamo aumentare i percorsi di apprendistato che i ragazzi svolgono in collaborazione con la Regione Sicilia. Puntiamo molto su questi percorsi perché permettono ai giovani di fare una transizione tra studio e lavoro in modo graduale, senza traumi, ma acquisendo consapevolezza, professionalità e maturità adeguate. Le nuove generazioni sono più protette rispetto al passato, ma il mondo del lavoro è completamente diverso da quello familiare e scolastico, che rimangono contesti più accoglienti e accomodanti”.

Tra l’altro, siete anche molto orientati all’interculturalità… Anche quest’anno proseguirà il corso Esabac?
“Sì, abbiamo sempre il corso Esabac, che rappresenta il nostro fiore all’occhiello. Si tratta di un doppio diploma, sviluppato in collaborazione con il ministero dell’Istruzione francese. In questo contesto, abbiamo un numero crescente di iscrizioni di ragazzi provenienti da altri Paesi, che per noi sono una risorsa preziosa. Oltre all’arricchimento culturale, ogni anno attiviamo corsi zero e corsi di italiano L2 per permettere a questi studenti di esprimersi in una lingua che non è la loro. Molti di loro, infatti, non avendo frequentato i primi anni di scuola in Italia, arrivano alle superiori senza una corretta scolarizzazione in italiano. Noi offriamo loro un pieno inserimento, accogliendo anche alunni che non hanno mai parlato italiano, i quali richiedono un’attenzione particolare. Questo aspetto è molto sentito dai nostri docenti, che dimostrano grande disponibilità. Gli insegnanti dei corsi di italiano L2 sono molto preparati, avendo seguito corsi di formazione specifici per sostenere questo tipo di insegnamento. Oltre a ciò, il ‘buon senso’ è fondamentale nell’approccio educativo, soprattutto oggi, poiché la figura del docente è molto cambiata rispetto al passato”.

Preside, vuole mandare un messaggio rivolto a tutti gli studenti che hanno iniziato questo anno scolastico?
“Il messaggio è sempre quello di impegnarsi, perché è grazie all’impegno che i giovani possono ottenere risultati nella vita. Questo è ciò che conta di più, insieme alla professionalità e all’atteggiamento positivo di fronte alle nuove sfide. Lavorando in questo modo, i risultati arriveranno sicuramente. Mi auguro che abbiano sempre entusiasmo e voglia di fare, affinché possano cercare e trovare il meglio per sé stessi e per il loro futuro”.