Ci sono molte Italia, c’è un’Italia cialtrona fatta di omissioni pubbliche e vizi privati, come quella di Mion che al processo del ponte Morandi dichiara che ha taciuto il pericolo per salvarsi il posto. E poi c’è un’Italia laboriosa, che cade e si rialza, che si sbraccia nel fango, che si china su un campo allagato e poi rialza subito la schiena. Che pensa che ce la fa, ancora, anche stavolta.
Questa è la Romagna, gente semplice, onesta, che lavora senza sosta, ma senza tristezza, con il sorriso sulle labbra. È un’Italia che ha valori sani, che si gode anche la vita quando è il momento, ma che non si lamenta, non fa piagnistei da coefore quando la sorte è avversa. È un’Italia in cui il fottere, il procreare, e meglio dello sterile comandare. È un’Italia che ha aziende leader mondiali, ma che non se la tira. Gente pacificata con il loro piano esistenziale.
Niente pianti o passerelle, c’è una vita da riprendere in mano, presto. Si certamente gli aiuti, poca roba, il commissario su cui, mentre tutto è allagato, Roma litiga. Ma loro fanno da soli, ci sono abituati, arrotolano le maniche e spalano, mentre protezione civile ed esercito erano bloccati, mentre i ministri se la prendono con le regioni, mentre è tutto uno scaricabarile. È gente vera questa razza romagnola, quegli italiani che quando c’è bisogno vorresti incontrare, anche solo per un sorriso.
Così è se vi pare