Cultura

Judy, il biopic su Judy Garland nelle sale cinematografiche

JUDY
Regia di Rupert Goold. Con Renée Zellweger (Judy Garland), Finn Wittrock (Mickey Deans)
Gb 2019, 118’.
Distribuzione: Notorius Pictures

Il biopic su Judy Garland che ha trascinato Renée Zellweger alla vittoria del Golden Globe (e che proietta l’attrice alla vittoria del suo secondo Oscar) si concentra sull’anno precedente la morte della diva, ma rimanda anche agli anni dell’adolescenza, dopo il successo de “Il mago di Oz”.

Il paradosso tra quel periodo felice e il “viale del tramonto” della fine di una carriera viene evidenziato già in apertura, quando alla giovanissima Judy viene profetizzato da Louis B. Mayer, capo della Mgm, un futuro splendente grazie alla sua straordinaria voce. Nel 1968, in una dimensione tutt’altro che splendente (la dipendenza dalle droghe, i farmici, i debiti, il rancore dei figli), sarà proprio la voce a rappresentare un’ancora di salvezza per la matura Garland, garantendole un contratto per una serie di concerti a Londra.

Senza eccentricità, il regista Rupert Gold illustra le vicende narrate con garbo e spinta spettacolare, richiamando nei numeri musicali movimenti di macchina e punti di vista che resero celebri alcuni film della carriera della Garland, ma sempre nel quadro di una prova convenzionale e poco ispirata.

L’interpretazione di Renée Zellweger, invece, è impressionante. Non tanto per il misto di energia nervosa e tesa vulnerabilità, ma perché la mimesi nel personaggio non sembra procedere per imitazione fisica esteriore, ma per costruzione interiore, trasformando la rappresentazione in vera e propria reincarnazione.

Quanto infine all’evocazione della biografia dell’attrice, il film non tace sulla famiglia disastrata, sugli abusi sessuali, sul suo status di icona gay, sui fallimenti sentimentali, e lascia l’esibizione della celebre “Over the rainbow” solo sul finale.

Voto: ☺☺☻☻☻