Agricoltura

Kiwi alternativa per diversificare la produzione dell’uva da tavola

CANICATTÌ (AG) – Si è tenuto un interessante convegno, presso il Teatro Sociale, per parlare di soluzioni innovative per l’agricoltura siciliana. L’obiettivo dell’iniziativa è stato quello di dare informazioni ai produttori agricoli circa la piantagione di nuove specie, soprattutto il kiwi, da integrare alla coltivazione di uva da tavola e frutta già presente nel territorio siciliano.

Da alcuni anni in Sicilia la produzione dell’uva da tavola accusa crescenti problemi tecnici e commerciali. Le difficoltà tecniche sono dovute alla coltivazione su terreni ormai stanchi, dove l’uva da tavola è presente da decenni. Quelle di mercato si presentano implacabili ogni anno e spesso, soprattutto per i produttori non ben strutturati sotto il profilo commerciale, si trasformano in autentiche crisi.

Queste continue preoccupazioni stanno spingendo diversi viticoltori a diversificare la loro attività. Ebbene, l’actinidia (kiwi) è una pianta ideale da mettere a dimora in terreni stanchi, da tempo coltivati a uva da tavola.

A portare i saluti dell’amministrazione comunale è stato Vincenzo Sciabica, assessore alle attività produttive del comune di Canicattì. “Nonostante le difficoltà abbiamo l’obbligo di continuare ad andare avanti perché l’agricoltura è una grande risorsa per il nostro territorio – ha detto Sciabica -. Noi come amministrazione sosterremo tutte le iniziative a favore dell’agricoltura”. Presenti al convegno tecnici ed esperti del settore ortofrutticolo che hanno approfondito l’aspetto colturale, scelta varietale e commerciale del kiwi. “La nostra azienda ha iniziato la produzione di kiwi nel 1985 a Verona – ha detto dal canto suo Luca Bianconi, tecnico agronomo -. Oggi commercializziamo kiwi da settembre fino a giugno e da qualche anno abbiamo piantumato delle varietà di kiwi sia verde che giallo sperimentando in Sicilia delle piantagioni da sostituire o affiancare alla produzione dell’uva da tavola. Il gusto del kiwi siciliano non ha niente da invidiare a quello di altri territori. Canicattì è famosa per l’uva da tavola ma crediamo che in futuro possa essere conosciuta anche per quanto riguarda la produzione di kiwi. Stiamo investendo su questo territorio, siamo partiti da 15 ettari per sperimentare la produzione di kiwi ed oggi siamo qui per poter dire che abbiamo ottenuto ottimi risultati. Sicuramente è importante fare squadra perché senza l’unione non si va da nessuna parte”.

In Sicilia le condizioni climatiche permettono la produzione di kiwi

“Abbiamo sviluppato una varietà di kiwi giallo tutta italiana – ha sottolineato Giampaolo Dal Pane, presidente del Consorzio Dorì Europe di Ravenna – maggiormente impiantata nelle zone di clima caldo in cui diminuiscono drasticamente i rischi legati a malattie batteriche sugli apparati radicali. La maggior parte degli impianti di kiwi utilizzano dei portainnesti prodotti sia in Nuova Zelanda che in Cina che differiscono in base alle condizioni dei terreni. In qualsiasi zona d’Italia, con la varietà del Consorzio Dorì, riusciamo a raccogliere i frutti dal mese di settembre arrivando sui banchi dell’ortofrutta nazionale con un prodotto italiano, tra i più precoci disponibili nel mercato globale. In Sicilia le condizioni climatiche permettono la produzione di kiwi, infatti siamo ben felici di poter collaborare e sostenere le aziende siciliane che vorranno iniziare la produzione di questo prodotto”.

“A Canicattì il kiwi viene già coltivato – ha rivelato l’agronomo Giuseppe Pirrotta -. Lo scorso anno abbiamo ottenuto degli ottimi raccolti sia per quanto riguarda quelli a polpa verde che a polpa gialla. Nei prossimi anni andranno in produzione degli impianti che sono stati realizzati negli ultimi tre anni. Il kiwi ha dei vantaggi nutrizionali ed ha una conservazione lunga che ci permette di gestire il confezionamento durante l’annata di produzione. Può sicuramente portare un ottimo reddito agli agricoltori e quindi a tutto il territorio”.

“I sistemi di irrigazione e di copertura sono fondamentali per far sì che la pianta di kiwi si adatti all’ambiente siciliano rendendo possibile la produzione – ha aggiunto l’agronomo Francesco Smaldini -. I primi impianti hanno visto la presenza di rete antigrandine per proteggere la pianta sia dalla grandine che per creare dell’ombreggiamento. Ultimamente si sta sviluppando l’utilizzo di rete antipioggia grazie alla quale la pianta riceve tutte le radiazioni solari che le occorrono. Inoltre stiamo utilizzando dei film impermeabili che riescano a controllare temperatura e radiazioni luminose”.

“Il suolo è fondamentale per ottenere piante sane – ha precisato l’agronomo Gaspare Lo Grasso -. La pianta tramite l’apparato radicale entra profondamente in relazione con il suolo da cui preleva sostanze nutritive e acqua. Un suolo gestito correttamente è il miglior modo per preservare il frutteto dalle malattie e per massimizzare al massimo i rendimenti”.

Obiettivo massimizzare il reddito per ettaro

“Oggi l’obiettivo è quello di massimizzare il reddito per ettaro scegliendo la varietà giusta da impiantare – ha detto Maurizio Fiorenza, responsabile commerciale dell’Organizzazione di Produttori siciliana Ecofarm -. Ma qual è la scelta giusta? Sicuramente deve essere fatta analizzando le condizioni di produzione e facendo un’analisi di mercato, sia generale che specifica, facendosi seguire da chi ha molta esperienza e conoscenza del mercato di riferimento. Il mercato dell’uva da tavola è ormai saturo. Bisogna, sicuramente, migliorare la qualità del prodotto rendendolo appetibile anche ai nuovi mercati, ma serve anche aprirsi a nuove produzioni possibili nel nostro territorio”. A chiudere il convegno, gli interventi di Alessandro Pernigo ed Alessandro Mazzi che hanno parlato delle nuove varietà di frutta commercializzate ed hanno illustrato gli aspetti tecnici della creazione di un impianto di kiwi, molto simile a quello dell’uva da tavola.