Sanità

La Balena sotto il pelo dell’acqua

La DC si inabissò il 26 luglio del 1993, in un’assemblea falsamente unitaria, diventò Partito Popolare ma
aveva già in grembo la diaspora da cui nacquero CCD e CDU ed altre formazioni, come i Cristiano Sociali di Gorrieri che fu l’unico a votare contro lo scioglimento. Alcuni confluirono nella Margherita tridentina, altri scelsero il nascituro centrodestra, termine coniato da Berlusconi. Sono proseguiti in varie sigle le anime orfane dei democristiani, come i mohicani del famoso film, sempre tenacemente orgogliosi di un DNA iscritto nella repubblica dei paesi fondatori. Ma non hanno trovato mai una colla che tenesse insieme le varie tessere, vista la rinuncia della Chiesa come garante dell’impegno dei cattolici. Wojtyla aveva maggior attenzione a Walesa per occuparsi dei Forlani o Casini del post Muro. Ma come tutti i cetacei i democristiani si inabissano, poi però tornano in superficie per respirare. Sono mammiferi i democristiani, e non salamandre al sole dell’avvenire come i comunisti. In Sicilia terra circondata dal mare sono più numerosi, per le naturali caratteristiche degli isolani alla sopravvivenza in condizioni avverse. E ne hanno avute avversità, vedi i Mannino, i Cuffaro, lo stesso Lombardo. Cardinale no, lui è sempre su un salvagente di galleggiamento. Cuffaro ha lanciato l’opa si quel che rimane del centro, instancabile gira per paesi e contrade, arruolando neofiti o antichi consiglieri comunali ardenti di tornare sulla breccia. Sembra un profeta dell’Antico Testamento, quello che gli ha lasciato Sturzo, che lo fa diventare voce nel deserto del consenso. Anche in Sicilia, una volta granaio di voti, la percentuale del consenso è crollata, ma lui non te sale vuote o piazze rarefatte.

Sono passati trent’anni, ma quanti democristiani, compreso me erano in sonno, come i massoni, o in uno stato di dormiveglia, con improvvisi sobbalzi in tempi di elezione. La Sicilia, nonostante l’assiduo rito di salire sui carri vincenti, non ha tributato un trionfo alle truppe meloniane. Il democristiano aborre caserme e ordini del giorno, per lui tutto deve essere discusso fino all’esaurimento, altrui. Trent’anni fa scomparve la DC, ma non siamo diventati migliori, il naso per andare a votare ce lo siamo turato lo stesso se non di più. Il Paese non è avanzato senza la DC, eravamo la quinta potenza e oggi non sappiamo nemmeno chi siamo e dove andiamo. La DC, con tutte le sue anime e le sue contraddizioni, ci faceva sembrare, coprendoci, migliori di com’eravamo. Oggi siamo meno ipocriti e purtroppo ci vediamo per quello che siamo, e non è un bel vedere. Alla fine vi voglio dire che io tutto sommato voglio morire democristiano. Nella morte, almeno, ci vuole un po’ di decoro.