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Tassi: la Bce li lascia fermi al minimo storico

FRANCOFORTE – Resta al minimo storico il costo del denaro nell’Eurozona. Come ampiamente previsto dalla guidance della Bce, il Consiglio direttivo ha deciso infatti di mantenere invariati i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,40%.

Dopo una valutazione complessiva, il Consiglio Direttivo della Bce si attende che i tassi di riferimento “si mantengano su livelli pari a quelli attuali almeno fino alla prima metà del 2020 e in ogni caso finché sarà necessario  almeno fino alla prima metà del 2020”.

Il presidente della Bce, Mario Draghi, ha spiegato in conferenza stampa che la decisione del Consiglio di allungare a metà 2020 la guidance sui tassi al livello attuale tiene conto “del prolungamento dell’incertezza rispetto a quanto vedevamo in marzo”.

Alcuni membri del Consiglio Direttivo hanno ipotizzato altri tagli ai tassi, altri una ripresa del programma di acquisti, altri interventi sulla guidance. Draghi ha spiegato che la decisione sui tassi è stata comunque “unanime”. E ha fatto sapere inoltre che sono state riviste le stime di crescita dell’Eurozona: una revisione al rialzo per l’anno in corso (+0,1 punti a 1,2%), al ribasso di 0,2 punti per il 2020 e di 0,1 punti per il 2021, anni in cui la crescita dovrebbe attestarsi all’1,4%.

Draghi è intervenuto anche sullo spinoso problema del debito pubblico italiano e del rischio paventato di procedura di infrazione a carico del nostro Paese.
Prima di una eventuale procedura di infrazione, infatti, il governo italiano produrrà un piano a medio termine per ridurre il rapporto debito/pil. “Comunque – ha precisato Draghi- all’Italia non è stato chiesto un calo rapido di questo rapporto”: il progetto elaborato da Roma “deve essere comunque credibile” perché verrà “misurato sui pianie sulle azioni che seguiranno”.