GAGLIANO CASTELFERRATO (EN) – Il crescente fabbisogno energetico delle popolazioni continua a mantenere alta la dipendenza dai combustibili fossili, con costi ambientali elevati, che vanno dallo sfruttamento delle risorse naturali fino all’inquinamento atmosferico e ai cambiamenti climatici.
Le nuove politiche energetiche investono nelle fonti rinnovabili poiché non consumano risorse naturali, sono inesauribili e gratuite, e, soprattutto, non inquinano. Alcune di esse hanno anche il valore aggiunto di riutilizzare materia prima seconda, come quella derivante dalle biomasse di scarto. Le biomasse, non essendo disponibili in ogni momento dell’anno, non possono essere utilizzate come fonte univoca di energia.
Negli ultimi anni le ricerche puntano allo sviluppo delle microalghe energetiche. Si tratta di organismi vegetali unicellulari che vivono a volte riuniti in colonie e sono largamente diffusi in ecosistemi caratterizzati da acque dolci e salate di cui costituiscono la base della catena alimentare. Esse utilizzano la luce del sole come fonte di energia e l’anidride carbonica come principale fonte nutritiva, oltre che i sali minerali.
In un progetto del Ministero dell’Ambiente la professoressa Pagnanelli sostiene che “le microalghe possono crescere in terreni anche desertici utilizzando acque marine e quindi non sottraendo spazio all’agricoltura né risorse idriche alle popolazioni locali. Inoltre la produttività di coltivazioni algali possono essere anche ordini di grandezza superiori rispetto alle coltivazioni agricole. La coltivazione di microalghe è quindi potenzialmente una prospettiva.”
Esistono numerose specie di alghe ed alcune famiglie, selezionate opportunamente, vengono utilizzate a livello industriale per la produzione di integratori alimentari, di prodotti farmaceutici, sostanze chimiche di base. Oggi costituiscono anche un interessante settore di ricerca nel campo delle biotecnologie con interessanti ricadute nel campo della depurazione delle acque reflue e delle energie rinnovabili, in quanto da queste si estraggono componenti utili alla trasformazione in combustibili.
Questi sistemi microbici hanno una crescita che può essere notevolmente più rapida di quella delle piante terrestri, se viene opportunamente favorita. Ciò rende le microalghe particolarmente vantaggiose da utilizzare, oltre che per l’assorbimento di anidride carbonica, anche per la produzione di molecole utili alla trasformazione in biocombustibile.
Nei laboratori del nostro Istituto, coadiuvati dalla collaborazione con il manager R&S Dott. L. Falqui dell’azienda Plastica Alfa del geom. M. Pace di Caltagirone, nell’ambito dei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento, ci occupiamo anche di crescita algale. In particolare, l’azienda ci ha messo a disposizione un foto-bioreattore costruito con tubi trasparenti, prodotti dalla stessa ditta, all’interno dei quali cresce l’alga. Periodicamente, facciamo dei campionamenti e ne monitoriamo la crescita in funzione della concentrazione dei nutrienti, delle condizioni di luminosità, della quantità di anidride carbonica e, da quest’anno, proveremo a influenzarne la crescita anche con… qualcos’altro (venite a scoprirlo)!
Non sappiamo ovviamente a quali risultati arriveremo, ma vogliamo provare a dare il nostro contributo al nuovo sistema di economia circolare basato sull’estensione della vita dei prodotti, sulla produzione di beni di lunga durata, sulla riduzione dei rifiuti e sul riutilizzo degli scarti.
Classe V
Istituto Tecnico – Biotecnologie Ambientali “R. L. Montalcini”
Gagliano Castelferrato