Politica

La crisi di agosto vista dalla Sicilia tra previsioni e appelli per il Sud

PALERMO – La Sicilia guarda con occhio critico alla crisi politica nazionale. Due autorevoli esponenti di opposte fazioni hanno espresso la propria opinione sul tema, facendo previsioni e chiedendo, chi in un modo chi in un altro, maggiore attenzione per il Sud.

Da un lato il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Micciché, che per conto di Forza Italia – in una lettera aperta pubblicata su un quotidiano nazionale – ha spiegato la posizione del proprio partito, equidistante sia dai sovranisti che delle forze di sinistra. “Siamo geneticamente diversi – ha detto – da chi pensa di potere chiudere i porti e innalzare muri, lasciando al di là di questi profughi e disperati alla mercé del mare o ai disastri della guerra e delle persecuzioni. Così come geneticamente diversi siamo da chi, a sinistra, pensa di poter risolvere i problemi del Paese mettendo mano alle tasche dei cittadini con tasse e patrimoniali”.

“Forza Italia – ha aggiunto – resta portatore sano di cultura democratica, liberale, di ispirazione cristiana ed europeista e, anche qualora si tornasse al voto, non avremmo che da perdere in un’alleanza con i sovranisti”.

“Sono certo – ha chiarito – che in Parlamento vi siano ancora forze in grado di agire, con responsabilità, nell’interesse del Paese intervenendo sulle criticità del sistema Italia. In primis impedire l’aumento dell’Iva, varare la manovra finanziaria e studiare una nuova legge elettorale consona al mutato scenario politico”.

“A volte – ha concluso – occorrerebbe svestirsi dei panni del politico, non guardare alle prossime generazioni. Di questo coraggio il Paese ha bisogno, per uscire definitivamente fuori da quel tunnel buio farcito di selfie a torso nudo al Papeete, Santini e Madonne branditi come armi e bibitari dello stadio improvvisati ministri”.

Dall’altro lato anche Leoluca Orlando, sindaco di Palermo e presidente di AnciSicilia, ha rivolto il proprio sguardo verso Roma, affidando a una lettera aperta ai dirigenti del Pd le proprie considerazioni sulla crisi di governo e sulle trattative in corso per la creazione di un nuovo Esecutivo. La nota è stata inviata al segretario Nicola Zingaretti e ai capigruppo dello stesso partito Graziano Delrio e Andrea Marcucci. “Il Mezzogiorno – ha scritto Orlando – ha diritto a infrastrutture, politiche del lavoro, politiche di sviluppo e adeguamenti normativi che liberino le Amministrazioni comunali da un sistema troppo contorto. Un sistema che, unito ai sempre più pesanti e insostenibili tagli dei trasferimenti, rende l’Amministrazione quasi una missione impossibile. Il Mezzogiorno rivendica livelli essenziali nel settore sociale e scolastico e una politica che non ostacoli le energie imprenditoriali e giovanili”.

“Soprattutto al Sud – ha aggiunto – è a rischio la tenuta democratica delle istituzioni locali, che vengono da un anno d’indifferenza e di provocazioni antidemocratiche provenienti proprio da chi, il ministro dell’Interno, dovrebbe invece tutelarne e rafforzarne il ruolo”.

“Credo necessaria – ha poi precisato – una posizione forte del Pd, che al di là di personalismi e veti esprima una visione che coniughi ambiente, diritti e sviluppo culturale ed economico soprattutto nel Mezzogiorno che, grazie alla accoglienza, sta scoprendo la cultura dei diritti di tutti e che nelle città. Proprio l’accoglienza si è rivelata motore e collante sociale per raggiungere, pur fra mille difficoltà e con mille lacune, una posizione positiva in termini di sicurezza ed internazionalizzazione, entrambe generatrici di nuova economia, lavoro e sviluppo ed entrambe confermate dalle sempre crescenti presenze turistiche e da una nuova immagine internazionale”.

“A Palermo – ha concluso Orlando – e in tante città anche del Mezzogiorno si è manifestata una resistenza democratica alle politiche di deriva autoritaria del Governo uscente e alla sua disattenzione per il Sud. Una resistenza che non può più essere affidata alla ‘lucida follia’ di qualche amministratore locale, né trattata con indifferenza dalla politica e dal Governo nazionale”.