La Legge di stabilità 2025-2027 all’Ars è un movimento liquido che cambia forma di ora in ora. L’esempio più esaustivo è forse l’articolo 1 del testo originariamente deliberato a Palazzo d’Orleans ed in Commissione bilancio, contenente l’istituzione di una “Agenzia regionale per la promozione e l’attrazione degli investimenti”. Giunto in Sala d’Ercole il testo della finanziaria, l’articolo 1 è stato dapprima accantonato, poi riaffrontato, riscritto, trasformato, discusso ed infine approvato dal Parlamento siciliano come una task force di cinque membri che dovrà operare per attrarre investimenti. In aula non sono mancate le critiche, da chi ha sottolineato che cinque sono forse non a caso i gruppi della maggioranza a chi li ha ribattezzati Power Rangers.
Il capogruppo M5S Antonio De Luca, autore del parallelismo tra i cinque attrattori di investimenti ed i noti personaggi dei manga giapponesi, al riguardo aveva anche obiettato: “Vorremmo anche capire quale dovrebbe essere la soglia minima sotto la quale i risultati di questa squadra dovrebbero essere considerati accettabili o un fallimento. Di certo in questa norma c’è poco, a parte il fatto che ai membri andranno 300 mila euro e avranno a disposizione 1 milione e 200 mila euro per attrarre mirabolanti investimenti”. Ma la riscrittura dell’articolo 1, che già aveva subito una modifica con l’intervento emendativo della collega di partito Roberta Schillaci, è stato messo in atto in corso di lavori, mentre criticato il testo della finanziaria per assenza di contenuti si attendeva l’arrivo del preannunciato maxiemendamento del governo.
Anche il capogruppo del Partito Democratico all’Ars, Michele Catanzaro, era stato parecchio critico con l’Agenzia messa in finanziaria dal presidente Schifani: “Mentre la Sicilia affonda tra le emergenze il governo Schifani ha un solo obiettivo: inserire nella finanziaria la norma che crea un nuovo poltronificio, una pseudo task-force composta da cinque persone che saranno scelte dai cinque partiti della maggioranza per ‘attrarre investimenti in Sicilia’. Uno stipendificio che permetterà a questi cinque ‘super-esperti’ di guadagnare 5 mila euro al mese e potranno spendere 1 milione e 200 mila euro per non si sa bene cosa. Ci batteremo con tutte le opzioni a nostra disposizione per contrastare quella che sarebbe una vergogna con pochi precedenti”.
I lavori all’Ars procedono, ma con evidenza di difficoltà. La sessione d’aula di ieri, sabato, è stata sospesa a seduta di oggi: domenica. Da una parte si corre, con l’intenzione di varare la Legge di stabilità entro i termini del 28 dicembre, dall’altra si affronta il tutto con dibattiti preparatori e variazioni di carte in tavola a partita iniziata. Il testo era stato deliberato l’8 novembre dalla giunta con l’esultanza di Palazzo d’Orleans e del presidente della Regione Siciliana che l’aveva definita “una legge che intende rilanciare l’economia e lo sviluppo della nostra Isola”. Di fatto c’erano tratti distintivi volti ad un rilancio economico dell’Isola in linea con la politica di centrodestra, ma fatti salvi alcuni aspetti, la finanziaria risultava scarna su altri ineludibili interventi che già avevano fatto prevedere una finanziaria integrativa sotto forma di maxiemendamento last minute.
Nella bozza del maxiemendamento del governo Schifani ci sono contenuti che rispondono al confronto politico andato in scena nelle ultime settimane, in parte o del tutto, con una introduzione emendativa ed all’ultima curva prima del traguardo dell’approvazione della finanziaria. Il governo ha quindi approntato una serie di macrotemi con copertura finanziaria distinta in una ancora più lunga sequenza di subemendamenti che ne delineano linee e dettagli di intervento. Ci sono dentro,ad esempio, in materia di siccità e crisi idrica, 20 milioni di euro per la realizzazione di impianti di dissalazione per il contrasto alla crisi idrica da mettere a terra nel 2025. Un impegno che il presidente della Regione aveva assunto quando in Sala d’Ercole, rispondendo alle opposizioni, aveva bacchettato duramente il commissario nazionale per la crisi idrica Nicola Dell’Acqua, reo di non aver prodotto risultati tangibili e di non aver preso in considerazione l’idea degli impianti di dissalazione “mobili”, di minore portata ma di ben più rapida installazione.
Trovano posto nel maxiemendamento, invece che nel testo base della finanziaria, norme in materia di sviluppo economico che interessano la ZES Unica, la Irfis-FinSicilia, le piccole e medie imprese, ed anche i consumi con un intervento in favore delle rateizzazioni per gli acquisti dei beni non di lusso discussi con il deputato del Partito Democratico Antonello Cracolici sia in privato che in aula all’Ars. Spinte al consumo che si traducono in norme che prevedono perfino lo sconto del 50%, per il triennio della finanziaria, sulla tassa automobilistica dei veicoli immatricolati nel corso dello stesso triennio. Il maxiemendamento interviene anche sulle partecipate, rimodulando i compensi ed i livelli di produzione, i trasporti con interventi su AST e su Siciliacque con ulteriori fondi messi in campo dalla Regione Siciliana per interventi di ricapitalizzazione e riqualificazione conseguente.
“Il maxiemendamento del governo è inaccettabile: siamo di fronte ad una ‘finanziaria nella finanziaria’, un pacchetto di norme che interessano svariati ambiti che si vorrebbe presentare direttamente in aula, svilendo il ruolo delle commissioni di merito e della Commissione bilancio e saltando a piè pari il necessario confronto parlamentare”. Questo il commento di Michele Catanzaro, capogruppo del Partito Democratico all’Ars, in merito al metodo con cui il testo di rilevanza finanziaria non indifferente entra a gamba tesa nella Legge di stabilità già in discussione da giorni. “Fino ad ora il gruppo PD, nel percorso d’aula di questa finanziaria, ha dimostrato senso di responsabilità evitando un atteggiamento di ostruzionismo – prosegue Catanzaro – ma se governo e maggioranza intendono insistere su questo maxiemendamento siamo pronti a ricorrere a tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione per chiedere, punto su punto, gli approfondimenti che riterremo utili nei tempi previsti dal regolamento parlamentare”.
Se il maxiemendamento dovrebbe, o potrebbe accontentare le richieste del Parlamento siciliano, rendendo ormai in discesa il cammino verso l’approvazione della Legge di stabilità 2025-2027, un ulteriore avviso di strada in salita è partito nel tardo pomeriggio di ieri dal Movimento 5 Stelle che non sembra soddisfatto di come si stanno mettendo le cose: “Il maxiemendamento del governo? Pieno zeppo di norme ordinamentali e mini riforme, roba certamente non da finanziaria. A Schifani diciamo chiaramente che così non va, la strada verso l’approvazione della manovra ora è in salita”. Il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca spiega che “si dovevano discutere gli articoli in commissione Bilancio, dove pure la maggioranza è blindatissima, e poi portarli in aula per il dibattito. Invece non è stato fatto e questo è inaccettabile. Non si confonda l’interesse del M5S in una rapida approvazione della manovra per il bene dei siciliani con la benevolenza verso un governo che ancora una volta ha perso l’occasione per mettere a punto una manovra degna di questo nome”.
Già quando la finanziaria era stata incardinata in aula, il Movimento 5 Stelle aveva annunciato di voler approvare il disegno di legge senza il rischio di incorrere nell’eventualità di un esercizio provvisorio, ma che il maxiemendamento di cui già al tempo si sapeva la necessità governativa avrebbe dovuto consentire la visione con giusto anticipo per poter analizzare la destinazione delle risorse. “Questo modo di agire ha ribadito ieri il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca – è inaccettabile e lo abbiamo detto in tutte le salse, in aula e pure in conferenza stampa. È figlio dell’insicurezza o dell’incapacità, o, forse, di entrambe. Che il governo abbia paura dei franchi tiratori è evidentissimo e si trincera dietro il maxi, infilandoci dentro norme che difficilmente, in sedute normali, riuscirebbe a portare a casa. Il testo va sfoltito. Noi, comunque, faremo di tutto per fare restare gli articoli che interessano veramente alla Sicilia”. A maxi pronto, il capogruppo del Partito Democratico all’Ars ha di suo affermato: “Se invece il governo Schifani vuole dare un senso alla manovra piuttosto che spalmare in questo modo le somme che si hanno a disposizione, si individuino quattro o cinque norme di ampio respiro sulle quali confrontarsi, per provare a dare risposte concrete alle emergenze della Sicilia”.
Nel maxi ci sono una serie di risposte, che in qualche modo fanno anche segnare punti a favore dei singoli deputati delle opposizioni e che non riguardano contributi da spalmare in stile ex Tabella H incorrendo nel discusso “caso Auteri” con il rischio di contributi non controllati ad associazioni vicine, amiche o addirittura personali. Ieri, nel corso della seduta d’aula poi sospesa per una ipotesi di continuazione domenicale, l’assessore del Territorio e Ambiente Giusi Savarino ed il collega all’Economia Alessandro Dagnino si erano assunti un impegno garantendo che nel maxiemendamento ci sarebbe stato un intervento specifico richiesto e riconosciuto necessario. La bozza del maxi prevede infatti un milione di euro in più ad Arpa, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, per potenziare i controlli ambientali e il personale nelle aree industriali di Siracusa e Gela. Su Arpa quindi andranno otto milioni di euro invece di sette. Soddisfazione da parte del deputato siracusano del M5S Carlo Gilistro: “È il coronamento delle pressanti richieste che in questo senso ho fatto in aula ed in commissione dopo il recente episodio della pioggia oleosa e dei miasmi che hanno interessato l’area di città Giardino nel Siracusano a fine agosto, terrorizzando la popolazione”.
Il dibattito politico ha fatto emergere in Sala d’Ercole, e non soltanto, una serie di criticità e di interventi fortemente caldeggiati da deputati e gruppi. Un fondo, che va a costituire in seno all’originale testo della finanziaria, con cui la Regione Siciliana interviene su singoli temi assecondando teoricamente anche deputati e gruppi parlamentari. Entrano quindi in finanziaria con il maxiemendamento il contributo per acquisto parrucche dei pazienti oncologici sotto chemioterapia, le calotte refrigeranti per limitare l’effetto della chemio, un fondo da un milione di euro per la progettazione di un sistema di riutilizzo delle acque reflue, un intervento in favore della ricostruzione post danni alluvionali nella provincia di Catania, e poi contributi sul fotovoltaico, sul microcredito, sui beni confiscati, sui depuratori di Nizza e sulla manutenzione straordinaria degli edifici scolastici. Nell’insieme, qualcosa meno di un centinaio di milioni che soddisfano le richieste di intervento dei singoli deputati per una finanziaria che al momento pare sia giunta a quasi ottocento milioni e sulla quale potrebbero intervenire altre modifiche di origine parlamentare con un “maxi Ars”.