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La formazione e la nuova figura del broker assicurativo

Puntare sulla formazione dei consulenti assicurativi da un lato e dall’altro a quella dei dipendenti delle imprese sanitarie, ospedaliere e cliniche, e degli operatori, medici e paramedici, “perché diventa imprescindibile conoscere il rischio clinico e studiarne ogni procedura, non solo per ridurre significativamente il contenzioso, che oggi ingessa la macchina sanitaria, ma per migliorare in generale l’intero sistema sanitario nazionale”.

Questa la riflessione del presidente di Consulbroker Antonio Perretti, a margine del seminario formativo che si è tenuto nei giorni scorsi a Catania, alla Torre Biologica del Policlinico, ruotato attorno alla riforma della responsabilità medica con la Legge Gelli, 24/2017, in attesa da 3 anni dei decreti attuativi che ne stabiliscano dettagli e tecnicismi, con tutte le criticità che la norma mostra.

A discutere della legge 24/17 è stato il professor Cristoforo Pomara, ordinario di Medicina legale Unict, nel corso dell’incontro che, di fatto, sancisce la partnership tra la cattedra dell’Università di Catania e la società Consulbrokers, “perché il nostro compito di consulenti del risk management –  ha spiegato l’AD Alfredo Amato – ci impone di andare oltre il singolo aspetto economico, oltre quello normativo,  con una visione “etica” più complessiva che guardi  tanto alla sicurezza dei pazienti e migliorare i risultati clinici e dall’altro alla riduzione dei costi, contenendo gli eventi avversi prevenibili e il ricorso a contenziosi. In definitiva ad un benessere sociale”.

“I decreti  attuativi alla norma si attendono a giorni” ha ricordato anche l’avvocato Gaia De Stefano, di Claims Manager NMG srl, tra i relatori assieme a Gregorio Vizziello e Girolamo Curinga, di Area manager CHUBB.  L’accordo  con l’università  di  Catania nasce dall’attività sul territorio svolta dalla Consulbrokers e del suo responsabile mercato Sicilia, Salvatore Rondinella.

Lo studio sui sistemi sanitari conferma il dato non solo di come la frequenza con cui si sbaglia sia elevata ma soprattutto come il problema consista  non tanto nella ripetitività dello stesso errore (sarebbe facile prevenirlo) quanto piuttosto derivi dalla combinazione (talvolta fatale) di accadimenti di per sé innocui. Gli incidenti che emergono sono solo la punta dell’iceberg e, per un incidente che si è manifestato, ce ne sono molti altri che non sono accaduti solo perché un operatore  ha impedito che essi accadessero (cosiddetti near miss events). Il compito della gestione del rischio è fornire all’organizzazione le informazioni necessarie per “imparare dagli errori”, tenuto conto che molto spesso l’operatore che commette l’errore viene indotto da condizioni legate al contesto organizzativo e/o a scelte strategiche aziendali.

Termini come “eticità” e “benessere” che hanno introdotto un secondo tema di cui si è discusso a Catania, quello del “bilancio sostenibile” che poggia su tre fattori: equilibrio di genere, accrescimento delle competenze e rinnovamento generazionale. “Accogliere la modernità come fattore di cambiamento e fare della tradizione e delle competenze un trampolino verso il futuro”, ha concluso il presidente Perretti.