Lipari, spiaggia di Porticello, accanto la cava di Pomice. In acqua una signora di oltre settant’anni fa fare il bagno a suo marito, più che ottantenne, semi paralizzato, soprattutto dal tronco in giù.
Entrambi hanno una muta leggera e le pinne quelle moderne, piccole. Lui ha un imbracatura salvagente che lo tiene a galla.
Ha i Rayban ed in testa il cappellino sui canti capelli. Sembra Stan Lee nei camei dei film Marvel.
Il bagno dura un’ora con tante parole di cura e di accorgimento per il movimento che fa fare alle gambe piegate dalla malattia del marito. Certo a riva c’è un simpatico aiutante scuro scuro, forse del Gambia o della Nigeria, che poi li aiuta a tirarlo fuori dal bagnasciuga e a sederlo su una sedia sotto una tenda per non farlo scottare, da un sole che riflette sulla pietra grigia locale e sulle ossidiane.
Ma la scena è così tutti i giorni di un’estate che la coppia, che viene dal Nord, passa a Lipari.
Con costanza e dedizione.
Per fare questo ci vuole un amore ed una forza d’animo che solo le donne hanno. A parti invertite un marito avrebbe scoraggiato an andare al mare sua moglie, dicendogli che non valeva la pena, che a casa con il condizionatore si sta bene, che la fisioterapia è più sicura di un bagno in un mare che può essere pericoloso nonostante la purezza dell’acqua ed una vista spettacolare.
In fondo si vede Panarea da una prospettiva curiosa. Con un profilo che comprensivo di Lisca bianca e Dattilo sembra un capodoglio con dorso e pinna caudale.
Un uomo spesso si arrende alle avversità che la vita ti mette davanti. La cura dell’altro, l’amore che si prova tendono a piegarsi e ad infeltrire come un golf con il passare del tempo.
Una donna no. Una forza interiore che ha un’origine ancestrale, perché logica e ragione non la supportano, le spinge ad un’amore a volte materno, a volte filiale, comunque sovrumano nei confronti del proprio uomo.
Torno alla casetta di Acquacalda e rifletto su quanto l’uomo sia piccolo.
Gatto Silvestro