ROMA – Mettere da parte. Non un semplice gesto, ma un vero e proprio complesso di strategie e comportamenti da rafforzare, in certi casi da apprendere. Risparmiare non per mero timore del futuro, ma per maturare quella necessaria consapevolezza da cui possono trarre beneficio le nostre tasche, ma anche l’ambiente in cui viviamo e, in ultima istanza, l’intera società di cui facciamo parte.
Oggi l’approfondimento di questi temi è al centro di uno speciale compleanno, quello in cui si festeggiano i cento anni della Giornata mondiale del risparmio. L’evento, organizzato da Acri (l’Associazione di Fondazioni e Casse di risparmio Spa), viene ospitato a Roma, nell’Auditorium della Tecnica, con un tema che, quest’anno, promette di evidenziare il secolo appena attraversato dall’iniziativa: questa edizione, infatti, è intitolata “1924-2024. Cento anni di cultura del risparmio”. Alla presenza del Presidente della Repubblica, in qualità di relatori intervengono il presidente di Acri, Giovanni Azzone, il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta e il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.
È il nostro Paese ad aver dato i natali all’iniziativa. La storia di questa ricorrenza comincia a Milano quando, il 31 ottobre 1924, viene istituita per la prima volta durante il Congresso internazionale ai cui lavori parteciparono le Casse di risparmio di ventisei nazioni. Quel giorno, che segnava la chiusura del congresso, sarebbe stato consacrato per tutti i Paesi come Giornata del risparmio, “non giorno di ozio, ma di lavoro e condotta ispirati all’ideale del risparmio e inteso a diffonderne con l’esempio, con la parola e con l’immagine, i principii”.
Da allora, ogni anno, si sono susseguite diverse prospettive sui temi della prudenza e dell’acquisto consapevole, forgiando sul significato di “risparmio” l’educazione economica della società. Un insieme di condotte ispirate all’oculatezza che solo apparentemente si limitano a coinvolgere le risorse personali, ripercuotendosi in realtà su un uso ottimizzato della ricchezza di tutta quanta la collettività. Ciò che da quel 31 ottobre di cento anni fa si è messo in evidenza con ancora più vigore, pertanto, è la reale “portata” del risparmio, il suo impatto sulla stabilità economica collettiva nel lungo periodo: una cultura che si riflette al di fuori dei confini dell’individualità, anche in forza della sua grande valenza sociale, visto che un corretto esercizio del risparmio può tra l’altro contribuire a ridurre le disuguaglianze e a favorire le pari opportunità.
Tenendo conto di questi obiettivi, non può sicuramente essere tralasciato il contesto da cui trae origine questa Giornata. Un contesto segnato da un’economia devastata dalle conseguenze della prima guerra mondiale. È dunque soprattutto con l’intenzione di accompagnare le famiglie provate dal conflitto ad acquisire strumenti utili per reagire alle peculiari difficoltà dell’epoca, che nasce la Giornata mondiale del risparmio. Un aspetto da cui emerge, tra l’altro, come un certa componente “pedagogica” sembri in qualche modo rientrare nei tratti distintivi dell’iniziativa: educare a migliorarsi nella gestione delle proprie spese è, in un certo senso, un modo per prepararsi al futuro ma, volendo, anche per avere più fiducia nel futuro stesso.
Il mondo che conosciamo oggi, certo, è ben diverso da quello in cui la ricorrenza è stata istituita. Tuttavia, sebbene il contesto storico ed economico odierno sia profondamente mutato, la necessità di condividere i principi dell’educazione finanziaria per aiutare famiglie e lavoratori a superare i momenti difficili non si è mai spenta. Le criticità non sono scomparse, ma certo si sono diversificate. E se l’idea di sensibilizzare al risparmio è nata in un’epoca segnata da una povertà conseguente al conflitto mondiale, oggi diffondere questa cultura resta un obiettivo importante per giocare le altre “partite” del nostro tempo: il mercato orientato al consumismo senza freni e alla velocità degli scambi, le crisi economiche, le sfide dell’inflazione, del sovraindebitamento e della sostenibilità finanziaria, sono soltanto alcuni degli aspetti davanti ai quali non bisogna farsi cogliere impreparati per “restare a galla”, garantire a se stessi margini di sicurezza e contribuire in questo modo al raggiungimento dei traguardi di solidità economica.
In cento anni di storia, la Giornata mondiale del risparmio ha senza dubbio offerto la possibilità di aprire una finestra sui mutamenti economici che si sono susseguiti nel corso del secolo, permettendo di riflettere sul modo in cui tali cambiamenti hanno influenzato il Paese. Soffermarsi sui diversi temi affrontati nelle varie edizioni, infatti, consente di intuire l’attenzione con cui questa ricorrenza ha recepito le esigenze del tempo, restituendo un focus sempre aggiornato in materia di risparmio e gestione della ricchezza.
Non è necessario elencare tutte le prospettive adottate nel corso del tempo, ma di sicuro citare alcuni esempi aiuta a comprendere la sensibilità dell’iniziativa. Ben lontana dal già citato contesto postbellico da cui è nata, la Giornata mondiale sbarcava nel 2000 con la sua 76esima edizione sul tema “Innovazione e cultura del risparmio”, prendendo per mano il nuovo millennio ed evidenziando il rapporto che una gestione assennata delle risorse può avere con la crescita, la novità, il futuro. Un decennio dopo, con l’86esima edizione, era la volta di un approfondimento attento alle sfide introdotte da rapporti economici sempre più aperti sul mondo: tema del 31 ottobre 2010, infatti, è stato “Rigore e sviluppo nell’era del mercato globale”.
A testimoniare la sempre spiccata “attualità” dell’iniziativa, anche le edizioni del 2021 e del 2022 quando, col mondo che lentamente si trascinava fuori dalla pandemia, le questioni riguardanti ripresa e stabilità tornavano a spadroneggiare anche in materia di risparmio. Gli appuntamenti 97 e 98, infatti, sono stati dedicati rispettivamente a “Risparmio privato e risorse europee per la ripartenza del Paese” e al “Valore del risparmio nell’era dell’incertezza”. Fino ad arrivare all’anno scorso, quando il superamento dell’emergenza sanitaria è stato segnato dall’educazione alla gestione finanziaria rivolta ai più giovani, col tema “Scelte consapevoli, educazione, responsabilità. La sfida del risparmio per le nuove generazioni”.
Infine, l’iniziativa giunge alla giornata di oggi, tagliando il traguardo del suo primo secolo. Un’edizione che, come detto, mette in risalto proprio quelle date: “1924-2024. Cento anni di cultura del risparmio”. Un tema che, come evidenziato nel documento diffuso da Acri, “sottolinea il valore del risparmio privato in un periodo prolungato di profondi cambiamenti, incertezze e criticità, con particolare attenzione all’evoluzione della cultura del risparmio nel tempo tra le generazioni che si sono succedute. Un’evoluzione che riflette di fatto i cambiamenti economici, sociali e culturali che si sono verificati nel corso di un secolo nel nostro Paese e che ne hanno cambiato il volto”.