PALERMO – La cura Greta ricomincia in classe. Anche a livello comunitario l’educazione ambientale muove i primi passi dai banchi di scuola per sensibilizzare gli studenti all’importanza di avere un’aria più pulita. Il progetto, lanciato lo scorso giovedì 14 novembre, si chiama “CleanAir@School” e nasce come iniziativa di educazione ambientale di Citizen Science promossa dall’Epa network (la rete delle agenzie ambientali europee), coordinata dall’Aea (Agenzia europea per l’ambiente). Partecipano anche otto scuole siciliane.
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Si prevedono “attività di educazione ambientale e formazione – si legge nella nota dell’Arpa – attraverso il monitoraggio del Biossido di Azoto, uno degli inquinanti principali delle aree urbane, determinato in larga misura dal traffico autoveicolare”. I risultati ottenuti nel corso della rilevazione saranno poi condivisi su una piattaforma europea che è già attiva, ancora senza risultati, all’interno del portale dell’agenzia europea dell’ambiente (eea.europa.eu).
GLI INCONTRI
Gli appuntamenti con gli studenti avranno diverse finalità – si legge nel documento di lancio del progetto – tra cui la sensibilizzazione e la formazione dei giovani sui temi ambientali e in particolare “sulle problematiche dell’inquinamento atmosferico e della qualità dell’aria e sulle modalità di monitoraggio” e l’informazione ai cittadini “circa l’operato dei soggetti preposti alla protezione dell’Ambiente e sulle strategie in atto per ridurre l’inquinamento atmosferico”.
In quest’ottica si lavorerà per “fornire informazioni su dove trovare dati ufficiali sulla qualità dell’aria nella propria città e sulla differenza con i risultati di monitoraggi alternativi” e “acquisire dati indicativi della qualità dell’aria nei pressi delle scuole coinvolte dall’iniziativa”. Un passaggio che si lega alla necessità di “favorire la partecipazione attiva dei cittadini nel processo di acquisizione di dati e di sviluppo di conoscenza, attraverso il ruolo di ‘citizen scientist’” e quindi, allo stesso tempo, di stimolare la “consapevolezza di poter avere un ruolo attivo nella salvaguardia dell’ambiente e indurre un cambio di comportamento verso soluzioni sostenibili”. Tutto questo dovrebbe condurre anche alla creazione di un confronto diretto tra cittadini e istituzioni, favorendo l’instaurarsi di un rapporto di fiducia.
LE SCUOLE PARTECIPANTI
In tutta Italia sono 82 le scuole partecipanti, solo 8 sono siciliane, mentre tra i comuni hanno aderito Palermo, Catania, Messina e Siracusa su un totale di 33 a livello nazionale. Nel comune del capoluogo regionale parteciperanno all’iniziativa l’I.C.S. “Rita Levi Montalcini” e l’I.C.S. “Politeama”, a Messina l’I.C.S. “Pascoli-Crispi” e l’I.C.S. “Tremestieri”, a Siracusa l’I.C. “Archimede” e l’I.I.S.S. “Antonello Gagini”, a Catania il Liceo scientifico “Galileo Galilei” e l’I.T. “S. Cannizzaro”.
LE PROCEDURE DI INFRAZIONE
Cittadini del futuro che potranno incidere anche nelle pratiche di sostenibilità e nelle decisioni politiche. Un modo per aiutare la Sicilia a trovare soluzioni adeguate per venire fuori dalle due procedure di infrazione fissate da Bruxelles: la n. 2015/2043 per i superamenti del valore limite per gli ossidi di azoto (NOx) e la n. 2014/2147 per i superamenti del valore limite per il particolato fine PM10 e per la mancata attuazione di interventi di risanamento della qualità dell’aria.
Italia tristemente prima in Europa e undicesima nel mondo per morti premature da esposizione alle ‘polveri sottili PM2.5’. Solo nel 2016 sono state ben 45.600, con una perdita economica di oltre 20 milioni di euro, la peggiore in Europa. È uno dei dati riferiti all’Ansa da Marina Romanello della University College di Londra, estrapolato da un’analisi pubblicata sulla rivista The Lancet sull’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute, condotta da 35 università. Romanello è tra gli autori del report “The Lancet, Countdown on Health and Climate Change”, che ha coinvolto almeno 35 enti tra università e istituzioni come l’OMS e 120 ricercatori in tutto il mondo.
Il particolato PM2.5 è di piccolo diametro, ed è composto da tutte quelle particelle solide e liquide disperse nell’atmosfera: essendo di piccole dimensioni può penetrare fin negli alveoli polmonari e potenzialmente passare nel sangue. Gli esperti hanno stimato per l’Europa 281 mila morti premature per esposizione alle PM2.5. In pericolo è soprattutto la salute dei bambini e dei neonati (più esposti perché hanno sistemi immunitario e respiratorio ancora non del tutto sviluppati), con impatto a lungo termine.