L’intelligenza artificiale è quella branca dell’informatica che, attraverso l’uso di dispositivi e sistemi informatici, tenta di affiancarsi o sostituire l’intelligenza umana. Essa nasce nel 1956 con l’avvento dei computer, più crescevano le necessità dell’uomo e maggiore, pertanto, è stato il bisogno di sviluppare software sempre più sofisticati. Sfruttando gli algoritmi, l’intelligenza artificiale è in grado di prendere decisioni o risolvere problemi in differenti situazioni, non usufruendo soltanto della logica; come nel caso delle macchine intelligenti che, con diversi sistemi di sicurezza, possono frenare o accelerare la macchina, regolare gli anabbaglianti e gli abbaglianti della macchina ma anche sterzare.
Oggi l’intelligenza artificiale è molto sviluppata e viene utilizzata in molteplici campi tra cui la sanità, il commercio, l’automobilistica, i trasporti, l’intrattenimento e molti altri. Sentiamo parlare di chatGPT, ma che cos’è? Esso è un modello di Ia sviluppato da OpenAi, società che si occupa di ricerca sull’Ia, per rispondere a domande elaborate dagli umani. GPT è l’acronimo di Generative Pre-trained Transformer, infatti utilizza tecniche di deep learning, proprio per analizzare numerosi dati e rispondere nella maniera più coerente alle domande dei propri utenti. ChatGPT può dunque generare testi, quali temi, articoli di giornale e quant’altro; comprendere il contesto in modo da dare la più pertinente risposta; apprendere dati vari riguardanti differenti argomenti e interagire quanto più possibile in modo umano, rendendo la conversazione simile a quella tra umani e permettendo così assistenza e tutoraggio agli utilizzatori di chatGPT.
Non si può negare, quindi, che l’IA rappresenti una eccezionale opportunità per l’essere umano, ma, nello stesso tempo, può essere più o meno invasiva e nonostante quest’ultima possa mettere in evidenza i progressi del settore informatico, come ogni altra cosa, presenta delle criticità. La domanda, allora, è d’obbligo: l’IA ha dei limiti e degli aspetti negativi? Naturalmente sì. L’IA non può infatti comprendere le effettive sensazioni, emozioni e percezioni umane e inoltre può danneggiare altri utenti se viene utilizzata dalle persone sbagliate.
L’IA, quindi, ha degli svantaggi e se dovessimo fare un esempio che faccia riferimento alla vita di tutti i giorni potremmo parlare degli hacker. Sappiamo benissimo, infatti, che molte piattaforme e molti siti online richiedono una vasta quantità di dati personali, e a causa di attacchi informatici, conosciuti anche come “data poisoning” o avvelenamento dei dati, possono essere utilizzati da altre persone, tante volte a nostra insaputa per arrecarci dei danni. E in futuro? È vero che l’IA oggi è una vera e propria realtà in continuo sviluppo, ma un domani essa potrà sostituire completamente l’uomo? La risposta ai posteri.
Magliarisi, Leto, Licata, Nicastro, Palermo
III A “Biotecnologie ambientali” e III D “Biotecnologie sanitarie”
Istituto tecnico tecnologico Enrico Fermi di Licata