Oltre a scaldare il cuore la mostra allestita con bravura da Coopculture a Palazzo Bonocore, di fronte la fontana delle Vergogne, a Palermo fa riflettere. Intanto complimenti ai curatori per aver messo in campo una dimensione espositiva attrattiva ed innovativa, per queste latitudini.
Realtà immersiva, touchscreen, filmati ed audiovisivi, ti trasportano in un’era di Palermo in cui ti senti partecipe, come nella fortunata serie i Leoni di Sicilia sulla saga dei Florio. Immersi in quel contesto capiamo che Palermo, oggi consunta e delabrè, era totalmente diversa. Era l’epoca dello splendore, la Belle Epoque, in cui la capitale dell’isola era Felicissima. Si costruivano Teatri da fare invidia a Parigi, ville magnificenti, Esposizioni Universali, grandi piani urbanistici.
I cantieri navali lavoravano a pieno regime, ed il Porto, con tutto il rispetto per il lavoro di Pasqualino Monti, era pieno di vita e di commerci. La città era viva ed imprenditoriale, altro che Milano o Catania, ed avevamo pure una Banca, oggi al limite i bancomat. Si correva nel palermitano la prima corsa automobilistica del mondo, la mitica Targa Florio, e se ci fosse stato allora il Campionato del Mondo di Calcio lo avrebbero giocato a Palermo, non certo a Doha. La gente era elegante, e i Florio, vera famiglia regnante, ricevevano alla loro corte Re, Imperatori e Zar.
Sembra passato un millennio, e non solo cento e più anni, tanto è la modestia attuale, da vestiti rassettati e rammendati con la Singer della zia. Complimenti agli organizzatori anche se il confronto immersivo tra quella realtà, e l’attuale suk volgare e finto di via Maqueda è sconfortante. Fanno bene quelli di Coopculture a farci riflettere, non siamo sempre stati così, prima eravamo felicissimi. Ci basterebbe oggi essere mezzo contenti. E questa mostra ci dà finalmente un bicchiere mezzo pieno.