Pezzi di Pizzo

La Patente

In Sicilia c’è un politico a cui è meglio non star davanti alle elezioni. Tu magari sei contento perché vieni eletto onorevole, e ti “annachi” in famiglia e con gli amici cari, ma devi stare attento, perché la tua sorte è grama e segnata.

Dura minga per coloro che gli capitano davanti, magari lui non si rivolge a maghi e fattucchiere, non ha spilloni o pozioni magiche, ma senza scampo il suo concorrente avrà un incidente. In alcuni casi fatale, in altri giudiziari, comunque vada si toglierà di mezzo consentendo all’innominabile politico di prendere il suo posto. Lui è l’onorevole subentrante, e con passo cadenzato, con dialettica vulcanica, rientra sempre a Sala d’Ercole.

Il suo nome per motivi di prudenza e scaramanzia non vi dico, nessuno ne pronuncia sillaba, è appunto innominabile. Magari qualcuno gli rivolge la parola, ma lo fa sempre con un sottile brivido nella schiena. Perché se lui si picca o si offende, magari perché coglie allusioni o remore, può indisporsi. Se poi lo incontri con un paio di occhiali neri ti viene il cosiddetto “scanto”.

E lì non ci sono tocchi a parti nascoste, ferri di cavallo e amuleti che tengano. Lui la patente, quella della famosa novella pirandelliana, ce l’ha, ed è potente. Nel suo collegio c’è poco da scherzare, c’è gente che è disposta a perdere le elezioni pur di non essere nella sua lista. Perché la sua ira funesta porta lutti agli achei. È un personaggio antico, molto greco, come gli abitanti del suo territorio. Lui è il rappresentante del Fato degli dei, che ti vogliono insegnare quanto la tua sorte è nelle loro mani, i quali ti possono fare cadere come un birillo.

Così è se vi pare.