In un nostro precedente articolo abbiamo detto che il momento economico che l’Italia sta attraversando, a seguito della pandemia, è molto delicato ma soprattutto è abbastanza grave sotto gli aspetti economici. Con riferimento a quest’ultimo punto – premettendo che molte attività commerciali sono ferme da circa tre mesi anche in virtù di cogenti disposizioni di legge, emanate sotto forma di decreti legislativi dal Capo del Governo Italiano – s’è verificata la mancanza di introiti a favore di molte persone che vivono in case condotte in locazione.
La conseguenza diretta di ciò è che molti non sono più in grado di pagare la pigione mensile, per cui si rivolgono al proprietario chiedendo la riduzione del canone: riduzione che il più delle volte viene accettata, in quanto la realtà dei fatti non si può più ignorare. Così accade che tra locatore e locatario viene redatta una circostanziata scrittura privata, con la quale appunto il locatore dichiara di ridurre il canone, portandolo ad una somma minore rispetto a quello contenuto nel contratto originario.
Se ciò viene concordato, non v’è dubbio che, mensilmente, il locatore viene a perdere una determinata somma, rispetto a quanto ha dichiarato in contratto al momento della registrazione. Sorge quindi anche la necessità tributaria d’informare l’agenzia delle entrate di questa variazione “in minus” della locazione, in maniera che – quando il locatore presenterà la denunzia dei redditi – l’irpef sull’incasso della pigione verrà calcolata sull’effettivo canone percepito e non già su quello in precedenza previsto nel contratto di locazione.
Per informare l’agenzia delle entrate, pertanto, il locatore invierà alla stessa una copia della scrittura redatta tra le parti, unitamente al modello F 69( facilmente compilabile), che può essere scaricato sul sito appunto dell’Agenzia delle Entrate.