La Riserva naturale orientata Saline di Priolo salvaguarda un’area in cui sono state censite 216 specie di uccelli, ossia circa il 40% di tutte quelle osservate ad oggi in Italia. La Riserva è stata istituita dalla Regione Siciliana nel 2000 ed affidata in gestione alla Lipu.
Ad un anno dall’incendio che il 10 luglio 2019 distrusse la Riserva, causando la morte di centinaia di specie vegetali e animali, la natura ha fatto il suo corso e oggi la vegetazione dell’area protetta ha ripreso vita. Gli alberi del bosco mediterraneo (50 ettari in totale) stanno rinascendo con nuovi rigetti che cresceranno in pochi anni, apportando un beneficio importante alle comunità che vivono nel territorio di Priolo Gargallo.
Oggi la Riserva naturale Saline di Priolo è ancora chiusa, ma potrà presto tornare accessibile al pubblico grazie al lavoro della Lega Italiana Protezione Uccelli (Lipu) e al sostegno concreto di tante realtà istituzionali e locali e di società che qui operano, da Eni Rewind e Versalis – società di Eni – a Enel, Lukoil.
La sede della Riserva si era dotata nel tempo di bacheche didattiche divulgative, biblioteca naturalistica, strutture di ricezione pubblico e di fruizione della riserva, come capanni di osservazione e sentieri natura che sono attualmente in fase di allestimento grazie all’aiuto delle società. Molteplici le attività organizzate negli anni: escursioni guidate, numerose iniziative di educazione ambientale, in particolare nelle scuole elementari e medie, vigilanza, ricerche, censimenti e monitoraggio continuo della fauna e della flora della riserva e dell’area in genere. Per ripartire e rendere di nuovo fruibile la Riserva e le attività connesse occorre l’impegno di tutta la comunità che si sta mettendo all’opera in tale direzione.
“Il Comune di Priolo Gargallo – ha ribadito il presidente del Consiglio comunale Alessandro Biamonte – farà tutto ciò che è possibile per contribuire alla rinascita della Riserva Naturale Saline di Priolo che rappresenta un fiore all’occhiello del territorio grazie al lavoro incessante della Lipu per la valorizzazione dell’oasi naturalistica, polmone verde di un’area storicamente industriale. Su questo solco bisogna proseguire per dare nuovo lustro, alle tante bellezze archeologiche, architettoniche e naturalistiche e che aspettano di essere fruite nel modo più virtuoso possibile”.
“L’accordo per la riqualificazione della Riserva Naturale Saline di Priolo sottoscritto con la Lipu a seguito del rogo che nel 2019 ha devastato l’area protetta, nasce nell’ambito delle iniziative di Eni per la tutela dell’ambiente e della biodiversità. In particolare, l’impegno di Eni Rewind e Versalis – dichiarano le due società di Eni – prevede interventi per la messa in sicurezza dei sentieri, in vista della prossima riapertura della riserva, nell’ottica di contribuire al recupero di un’oasi naturalistica di grande valenza ambientale e turistica per il territorio ”.
In particolare, Eni Rewind e Versalis hanno ultimato le attività per la messa in sicurezza dei sentieri principali attraverso la potatura e la rimozione di centinaia di alberi bruciati che ostacolano l’accesso e successivamente provvederanno alla predisposizione delle aree per la piantumazione di specie tipiche della flora mediterranea, recuperando l’uso sostenibile dell’ecosistema della riserva affinché possa tornare a essere un punto di riferimento naturalistico e turistico del territorio.
Fabio Cilea, direttore della Riserva (intervista completa del Qds in basso), ha parlato di “momento cruciale per la rinascita della Riserva Naturale Saline di Priolo” e si è detto soddisfatto della risposta del territorio che “è stata unanime, tante realtà locali e nazionali si sono poste al fianco della Lipu per lavorare insieme alla riqualificazione delle saline di Priolo. Il mio auspicio è che queste collaborazioni continuino anche dopo l’emergenza incendio e portino buoni frutti per tutto il territorio.”.
Intanto la Lipu comunica dei numeri incoraggianti. La Riserva per il sesto anno consecutivo è stato l’unico sito siciliano di nidificazione del Fenicottero e la stagione riproduttiva 2020, grazie al silenzio e alla mancanza di visitatori per tutto il periodo primaverile, ha fatto registrare un corposo aumento rispetto agli anni precedenti: 809 coppie. Un numero notevole se si pensa che lo scorso anno le coppie presenti furono poco più di 450.
Fabio Cilea, direttore dell’area protetta priolese, traccia un bilancio dei lavori compiuti e gli step da intraprendere per un ritorno alla “normalità”.
Qual è la situazione in cui versa la Riserva naturale?
“La storia recente della Riserva parte dal 10 luglio del 2019 quando un incendio che è arrivato da lontano, spinto da un forte vento con temperature altissime, è entrato in Riserva dal lato Sud e nel giro di due ore ha cancellato il lavoro di 20 anni. Tra i tanti aspetti che sottolineiamo di Saline di Priolo è che, aldilà degli uccelli e degli animali, avevamo 50 ettari di bosco, in una zona come quella di Priolo Gargallo, che era un contraltare molto importante per il territorio. La Riserva era un punto di sfogo per la popolazione che abita in quest’area: un punto dove fare una passeggiata immersi nel verde che allontanava dai problemi del territorio. Aver subito quell’incendio, oltre all’impatto naturalistico altrettanto grave, ha significato privare gli abitanti di un elemento importante. Il fuoco ha distrutto tutta la vegetazione, non ha risparmiato un metro quadro. Ad un anno dall’incendio la vegetazione, però, ha fatto il suo corso e i progressi fatti dagli alberi e dalle piante sono eccezionali: gli alberi sono alti 50-80 cm e hanno ricacciato quelli bruciati che ancora mantenevano viva la parte radicale. Oggi la riserva è sufficientemente verde da far sperare che possa tornare presto punto di riferimento per il territorio”.
Quali operazioni sono prioritarie per un ritorno alla “normalità”?
“Abbiamo affrontato il problema principale: il bosco fatto da alberi da 3 a 5 metri era bruciato ed erano rimasti in piedi i tronchi morti che cadevano come birilli al soffio del vento. La condizione fondamentale per riaprire la riserva era quello di eliminare queste centinaia di alberi che avrebbero rappresentato un rischio per i visitatori. Qualche mese fa durante una conferenza alla presenza del ministro Costa, l’amministratore delegato di Eni Rewind ha sentito la storia di questa realtà e da lì è iniziato un dialogo e l’azienda si è messa a disposizione per fare qualcosa per la Riserva. Nelle settimane passate Eni Rewind insieme a Versalis hanno fatto il lavoro di eliminazione degli alberi che porterà entro la fine dell’estate, dopo alcune sistemazioni, alla riapertura al pubblico. Il lavoro di messa in sicurezza è terminato mancano piccoli interventi di sistemazione di alcuni sentieri e poi saremo pronti alla riapertura”.
Altri interventi programmati a breve termine?
“I problemi della Riserva non sono finiti con la messa in sicurezza perché la Riserva prima dell’incendio aveva delle strutture: capanni di osservazione degli uccelli, tabelle didattiche che sono andate distrutte. Siamo al progetto esecutivo per poter ricostruire i cinque capanni, uno dei quali era fiore all’occhiello a livello regionale: una lunga palafitta che si inoltrava per 150 metri nel pantano. Stiamo lavorando per avere tutte le autorizzazioni per poter ricostruire”.
Quali le realtà pubbliche e private si sono poste al fianco della Lipu per consentire alla Riserva di ripartire?
“L’amministrazione comunale di Priolo è pronta ad indire la conferenza dei servizi per rendere l’iter autorizzativo delle strutture più veloce possibile. Poi ci sono realtà territoriali come la Lukoil che ha finanziato la progettazione, Enel è pronta a finanziare la realizzazione del capanno d’ingresso e del primo capanno di osservazione. Eni si è occupata dei lavori già citati. Ci sono alcune caselle vuote, servono alcune sponsorizzazioni per completare il progetto nella sua interezza ma c’è stata grande attenzione alle nostre problematiche e stiamo ripartendo. Nel frattempo dialoghiamo con tante realtà per poter completare le opere. Nel disastro che si è abbattuto stiamo provando a ripartire e migliorare le condizioni di fruizione della riserva e immaginare delle strutture legate all’antincendio con torretta di avvistamento e videosorveglianza, offrire dei servizi e dei bagni, stiamo cercando di riorganizzare la riserva in modo un po’ più completo. Siamo contenti intanto della risposta del territorio sia a livello pubblico che privato”.