Pezzi di Pizzo

La rivoluzione a colori

Se non puoi cambiare il mondo allora coloralo. Deve essere questa la filosofia di base di ZTElly, la armocromata segretaria del PD. Mica è semplice muoversi su geometrie variabili, su nuove prospettive, su scale mobili inflattive che sembrano quelle di Escher. Ma una scatola di pastelli Giotto per colorare tutti la sanno usare. Questo è il messaggio popolare. Levatevi ste benedette magliette rosse di Che Guevara per cortesia, che il rosso ti sta bene solo se sei Naomi, la modella non la Klein, quella era No logo e qui vestiamo Armani, nel nuovo mondo a colori pastello.
E il primo Maggio, festa dei lavoratori metalmeccanici, che facciamo? Andiamo sul palco con la Ferragni, che proporrà la sua nuova collezione di tute macchiate di olio di motore a pois.
Onestamente per la prima intervista della nuova segretaria del PD la scelta di Vogue ci ha spiazzato. È come vedere la Bindi intervistata da Cosmopolitan. La profezia di Moretti, di qualcosa di sinistra, torna a riecheggiare. Attenzione per chi ha letto l’intervista ci sono temi avanzati sui diritti civili, ma per McLuhan o per chiunque si sia occupato di comunicazione il mezzo è il messaggio. Non avevamo pensato che Vogue fosse una rivista comprata da accanite sostenitrici della sinistra progressista. Sembrava una rivista per donne borghesi annoiate. Vatti a fidare dei cliché. Mi sa che a Settembre alla prossima festa dell’Unità la piadina non sarà più con lo squaccherone, che sa di “volgave”, ma con Beaufort a 100 euro al chilo. Cipputi si dovrà fare un mutuo se ci porta la famiglia, ma questo è il prezzo del progresso. A proposito tu vecchio comunista con la pipa e l’eschimo, il tabacco va bene solo se Cohiba, è l’eschimo verde ti sta malissimo con l’itterizia della tua dieta da inflazione. Ma non c’è l’hai una armocromista? E che cavolo!
Così è se vi pare