La scelta di Calenda di allearsi con il PD ha il senso della scelta contro. Contro quello che lui predicava per anni. Cioè che il finto bipolarismo distrugge la razionalità di questo Paese. Qualcuno sostiene che abbia fatto una scelta di convenienza, perché il PD gli garantisce 30 collegi nell’uninominale. Intanto bisogna vedere che collegi sono, potrebbero essere collegi incerti, magari quelli certi sono 5 o 6. Ma quanti ne può perdere Calenda dopo questa alleanza nella quota proporzionale? Rinunciando alle sue finora sbandierate coerenze antibipolari?
Certo ha chiesto al PD di non candidare soggetti indigeribili al suo elettorato, nella quota uninominale. Però questi soggetti faranno comunque, anzi con più certezze di essere eletti nella quota proporzionale, parte della alleanza, e dovranno votare una facciata di programma condiviso. Quindi il senso di un’alleanza disomogenea è molto percepibile da parte degli elettori. Si dice che questa alleanza serve a battere le destre. Ma forse si otteneva di più, sulla parte proporzionale, se i poli fossero andati in maniera più identitaria separati. Magari il PD con i 5 stelle e la sinistra di verdi e Fratoianni, e Calenda con i centristi che non si vogliono confondere con altri. Difficilmente, tranne alcuni collegi dei centri storici urbani, questa alleanza produrrà risultati. Acuendo la distanza tra territorio e area progressista.
Ma al PD conviene questa strategia? Probabilmente si, perché inseguendo testardamente la sua vocazione maggioritaria, pur rinunciando a collegi per le proprie figure di riferimento territoriali, riesce a non fare crescere l’erba di una ipotesi di concorrenza al centro, di stile Macroniana, che possa mettere in discussione il bipolarismo che lascia sempre con il pallino del gioco istituzionale al PD. Forza che non coglie e non fa cogliere agli altri. Se la tua erba non è verde fai almeno che non cresca erba nei campi altrui. Si è capita la scarsa esperienza politica di Calenda che ha subito la più antica capacità di tenuta di Della Vedova, vecchia cinghia di trasmissione della Sinistra.
La destra vincerà nei collegi uninominali, ma il PD manterrà la sua discriminante di sistema politico, non cambiando il sistema elettorale che premia le minoranze organizzate. Tanto il centrodestra si litigherà davanti a Mattarella dopo il voto. E gli italiani? Gli italiani chi?
Così è se vi pare.
Giovanni Pizzo