Mi concentrerò su alcuni punti cruciali sui quali l’effetto Covid-19 ci impone un brusco risveglio e ci chiama ad una sfida epocale verso noi stessi e le nostre pigrizie e viltà.
Ci credevamo forti e ci risvegliamo terribilmente fragili.
Siamo fragili nel funzionamento delle nostre istituzioni. Siamo fragili nella selezione e formazione della nostra classe politica che, proprio nell’occasione della pandemia, ha confermato tutta la sua tragica mediocrità. Siamo fragili nella nostra finanza pubblica con un debito pubblico che supera di gran lunga tutti i parametri universalmente considerati ragionevoli.
E’ vero quello che osservano molti studiosi della materia e cioè che il nostro debito (pre Covid) è alto ma sostenibile, perché l’avanzo primario è da anni positivo, come è confermato dal fatto che il Tesoro non ha (per ora) difficoltà a rifinanziarsi sul mercato. Ma i grilli parlanti obiettavano che essere sempre così al limite non era prudente, perché non avremmo potuto facilmente resistere ad un forte shock causato da qualche imprevisto cigno nero. E qualche grillo parlante diceva: non si sa mai quando e come arriverà il cigno nero, ma attenzione, i cigni neri, prima o poi, arrivano sempre. Come cicale estive cantavamo felici sovrastando la flebile voce dei grilli parlanti.
Ora il cigno nero è arrivato ed ha fatto emergere tutta la nostra impreparazione, imprevidenza, fragilità. Siamo fragili nella lotta contro le tre male bestie che Sturzo denunciava nella sua ultima strenua battaglia, 60 anni fa, come i più gravi mali della nostra economia: statalismo, partitocrazia, sperpero di denaro pubblico. Nonostante tante coraggiose battaglie combattute e tante vinte dalle forze dell’ordine e dalla magistratura inquirente (entrambe, con i loro eroi, pilastri civili del nostro Paese) restiamo fragili nella durissima e mai sufficiente lotta contro la malavita organizzata che sta penetrando, sia pure contrastata, nel tessuto sociale della nostra amata Lombardia e di altre regioni floride del Nord, come l’Emilia. Siamo fragilissimi nella giustizia civile e, come ripetuto sino alla noia, nella filosofia e funzionamento di parti importanti delle PA che si sentono padrone del Paese e non al suo servizio.
Siamo fragili nella scuola, o almeno in parte della stessa. Siamo fragili nella demografia e nell’occupazione soprattutto giovanile e femminile. Ma non vorrei che pensiate che intendo parlare solo delle fragilità. Abbiamo anche punti forti importanti e ne parlerò più avanti. Qui parlo delle fragilità perché sono quelle che conosciamo bene da molto tempo, ma non abbiamo fatto quello che potevamo e dovevamo fare per fronteggiarle quando eravamo in tempo, e che il Covid-19 ha semplicemente messo a nudo. Non possiamo e non dobbiamo attribuirle a lui.
Anzi dobbiamo, come già detto, ringraziarlo per averci fatto prendere maggiore consapevolezza delle stesse.