di Lara Sirignano
PALERMO – Gemellaggi tra realtà diverse e la nascita di una comunità in cui ciascuno mette il proprio talento a disposizione dell’altro. Con le scuole più “ricche”, che da anni sperimentano la didattica a distanza, pronte a fare lezione ai docenti degli istituti delle periferie disagiate, costretti a fare i conti con profondi problemi sociali. Un incontro a distanza che genera solidarietà.
La scuola al tempo del Covid-19 è tante cose: creatività, innovazione, inventiva, ma anche scambio di esperienze attraverso i gemellaggi ideati dalla task force del Ministero dell’Istruzione che supporta gli insegnanti in questa emergenza nazionale.
A raccontarlo è la preside della scuola Falcone dello Zen di Palermo, quartiere ad alta densità criminale. L’istituto è gemellato con la Marymount International School di Roma. “Due realtà diversissime – spiega la dirigente dell’istituto comprensivo palermitano Daniela Lo Verde -. Loro, scuola privata bilingue, usano la didattica a distanza col digitale da tempo. Noi, periferia degradata, abbiamo un altissimo tasso di dispersione scolastica e mille difficoltà dovute al contesto. Il giorno e la notte, insomma. Eppure ci siamo intesi subito”.
La Marymount ha messo a disposizione le competenze tecnologiche. La Giovanni Falcone è una scuola di frontiera. Lo sanno bene gli insegnanti che in questa fase emergenziale, oltre ad aver fatto i conti con disagi legati alla didattica da remoto, hanno pensato alle esigenze dei più deboli.
“Siamo stati i primi a lanciare la campagna di raccolta alimentare per sostenere le famiglie. – racconta Lo Verde – Provavamo a fare lezione, ma abbiamo capito che i problemi erano altri. Che in certe famiglie non c’erano le risorse economiche sufficienti nemmeno per i bisogni primari. Così abbiamo pensato alla colletta”.
Il viaggio nelle scuole al tempo del Covid-19 racconta storie di solidarietà, ma anche buone pratiche. Tante, creative. Come la campagna “adotta uno studente”, che ha visto protagonisti ragazzi torinesi, abruzzesi e romani che hanno lanciato un messaggio ai condomini dei loro palazzi invitandoli a condividere le reti wifi per permettere a tutti di poter fare didattica a distanza. O le web-radio. Una per tutte la “Salvo D’acquisto” dell’istituto comprensivo di Cerveteri guidato dalla dirigente Velia Ceccarelli.
“Quando abbiamo capito che non saremmo tornati sui banchi a breve ci siamo organizzati – spiega -. Siamo partiti coi compiti tradizionali, poi abbiamo capito che dovevamo usare altri metodi e abbiamo pensato alla radio. La nostra va in onda sul web ogni giorno dalle 12 all’una con interventi diversi. Insegnanti che parlano di arte, esperti che danno sostegno psicologico, performance dei ragazzi”.
Velia Ceccarelli dirige due istituti: oltre quello di Cerveteri, l’Ic Piazzale della Gioventù di Santa Marinella, in tutto oltre 3000 studenti e molti casi di autismo: “Una emergenza nell’emergenza – dice la dirigente – Occuparsi della disabilità da remoto è difficile. Cerchiamo di fare del nostro meglio”. Nessuno si è arreso, dunque. Neppure dove le difficoltà ambientali sembravano insormontabili. Come al Medi di Palermo, istituto superiore professionale, zona periferica ad alto disagio sociale, dove la dirigente Giovanna Battaglia deve confrontarsi ogni giorno con povertà e arretratezza culturale .
“Abbiamo messo insieme tutti i pc e i tablet che avevamo, abbiamo usato i fondi del Ministero e ci siamo anche inventati altro – racconta -. I ragazzini che non avevano connessione a casa hanno bussato ai vicini e hanno chiesto di aprire i loro wifi, i docenti hanno comprato le schede da dare agli alunni, grazie a un nostro professore abbiamo creato una piattaforma open source e abbiamo un server tutto nostro con connessione veloce. E le circolari le invio su telegram”.