PALERMO – Muoversi in aereo da e per la Sicilia sembra essersi trasformato in un “privilegio” riservato a chi non ha problemi economici. Oppure, a chi è disposto a spostarsi da un aeroporto all’altro per trovare i prezzi migliori, o quantomeno, i “meno peggio”. È quello che dovrà fare, ad esempio, chi vorrà partire dalla zona di Comiso, nel Ragusano: “Non risultano più in vendita biglietti da e per Comiso, a partire dai primi di maggio”. Lo ha precisato il Movimento Elettori e Consumatori (Mec), preannunciando una denuncia per interruzione di pubblico servizio.
“Questa è una chiara anomalia nel mercato del trasporto aereo. Secondo un breve riscontro, a partire dai primi di maggio da Comiso, per andare a Pisa può arrivare a spendere fino a 368 euro” ha dichiarato Claudio Melchiorre, presidente del Mec. E i problemi non riguardano solo Comiso, ma tutto il territorio regionale.
Il Mec ha raccolto diverse testimonianze dolorose di conterranei che si sono trovati a fare i conti con il servizio aereo isolano: “Una signora siciliana si è rivolta al Mec perché è stata costretta a pagare 800 euro, sola andata, un biglietto aereo per curare un tumore. Una famiglia di giovani siciliani non potrà tornare dall’Olanda perché il viaggio già oggi, per la prossima estate, costerebbe 1.500 euro”.
Le conclusioni sono semplici: l’offerta di voli è insufficiente e i prezzi vanno alle stelle. In totale contraddizione con la sospensione della vendita di biglietti da Comiso. Melchiorre chiede atti concreti: “Crediamo che la Regione debba fare ispezioni e controlli, insieme alle autorità di regolazione e alla magistratura, pronta a scoprire ed eventualmente a perseguire chi, in amministrazioni o società controllate, possa aver consentito l’erogazione di fondi verso compagnie aeree, senza bandi pubblici”.
Il Mec ha annunciato un esposto alla magistratura e alle autorità di garanzia del mercato e dell’aviazione civile per conoscere quali siano le ragioni della sospensione dei voli da Comiso. “I contributi ai vettori, se la nostra ipotesi dovesse sussistere, rendono antieconomico per qualsiasi vettore operare da e per una destinazione, perché avvantaggia uno dei competitori e impedisce la nascita di nuove iniziative d’impresa che possano calmierare i prezzi”.
Una risposta al problema potrebbe essere l’iniziativa, sostenuta da molti, di Aerolinee Siciliane, nata dall’idea di avere un vettore di bandiera che sia patrimonio di tutti i siciliani con il dichiarato obiettivo di “lasciare in Sicilia almeno una parte del miliardo e mezzo di euro che i siciliani pagano per partire da e tornare in Sicilia. Il Mec è tra i sostenitori: “Siamo da anni convinti che la strada della compagnia di bandiera a capitale diffuso sia la strada maestra per risolvere i problemi siciliani in materia di trasporto aereo. Chiediamo collaborazione istituzionale per far partire un vettore che sia di tutti i residenti siciliani e invece continuiamo a vedere che, tra passi formali senza risultati concreti e interruzioni di servizio, la Sicilia lotta contro i suoi figli e peggiora i conti di tutti”.
Secondo Melchiorre, una nuova iniziativa aeronautica con una base siciliana, animata da siciliani che amano la loro terra e non aspettano altro che avere una serena e produttiva collaborazione istituzionale, sarebbe un ottimo viatico per avere prezzi nel trasporto aereo sostenibili. Al momento, sembra che questa collaborazione è stata rifiutata senza alcuna motivazione.