PALERMO – Tracciabilità completa dei prodotti agroalimentari siciliani attraverso la tecnologia Blockchain: può sintetizzarsi in queste poche parole la norma varata qualche settimana fa dall’Assemblea regionale siciliana e promossa in prima persona dalla deputata regionale grillina José Marano, che abbiamo intervistato.
“Durante la discussione in aula del Collegato alla V Commissione, l’articolo è stato migliorato da un emendamento presentato dalla commissione di merito e anche se la norma non comporterà nuovi maggiori oneri a carico della finanza regionale, si potrà far riferimento alle risorse già stanziate in bilancio.
Lo sviluppo della tecnologia “Blockchain”, innovazione base per uno sviluppo intelligente, sostenibile ed inclusivo della Regione siciliana, è perfettamente in linea con le priorità programmatiche individuate nell’Agenda Digitale Sicilia 2018-2022 e si possono ritrovare in questo programma le risorse necessarie alla sua implementazione.
Qual è lo step successivo? La creazione della piattaforma in quali tempi dovrebbe avvenire?
“Le disposizioni normative approvate prevedono, adesso, che l’assessore regionale per le Attività Produttive di concerto con l’Assessore all’Economia, entro novanta giorni dall’entrata in vigore della Legge emanino il decreto attuativo che disciplini la realizzazione ed il funzionamento della piattaforma multimediale. Gli uffici, comunque, hanno già cominciato a lavorare per risolvere alcune problematiche relative alla privacy dei dati da inserire in Blockchain e dopo il via libera della Commissione europea sul tema, i tempi potrebbero accelerarsi. Nell’ultimo anno, l’Italia ha fatto passo da giganti sull’adozione della Blockchain e la Regione siciliana è la prima regione ad attuarla. Non esistono precedenti, dunque, è logico prendersi tutto il tempo necessario per avviare questa riforma epocale”.
Oltre che sotto il profilo della tutela del consumatore, quale impatto potrà avere sul fronte della crescita e dello sviluppo delle imprese siciliane?
“Da una parte, appunto, si vuole sviluppare un consumo critico e attento dei consumatori mentre dall’altra parte, le imprese siciliane hanno la possibilità di tutelare i propri prodotti dall’imitazione ed aumentare le vendite. Di recente, diversi studi hanno evidenziato come il fenomeno dell’Italian Sounding stia danneggiando i prodotti italiani nel mercato internazionale, oltre 100 miliardi di dollari i danni secondo alcune stime; nel momento in cui la Blockchain, a seguito di campagne di informatizzazione e sensibilizzazione, entrerà nelle case delle persone e sarà sinonimo di garanzia ed affidabilità, chiaramente le persone sceglieranno le aziende che sono nel circuito e che hanno processi più trasparenti e dunque, la possibilità di conoscere l’intera vita del prodotto, dalla terra alla tavola, permetterà quindi di contrastare la contraffazione e l’illegalità e di conseguenza, pone le basi per garantire un vantaggio competitivo non indifferente alle imprese siciliane che vogliono internazionalizzare”.
Per il sì definitivo alla norma si attende ora l’ok finale all’intera riscrittura del collegato ma l’auspicio è che la Sicilia non si faccia sfuggire questa ghiotta opportunità di fornire alle imprese un sostegno concreto partendo da una certezza rappresentata dalla qualità del nostro brand “Made in Sicily”.
Twitter: @PatriziaPenna