Ora a Palermo partirà la corsa più praticata dai suoi cittadini. La salita sul carro del vincitore. Ma esaminiamo perché Lagalla ha vinto.
Prima di tutto ha scommesso con pervicace costanza su se stesso. Alla fine ha eliminato, anche per paura di emarginarsi, tutti i suoi concorrenti interni al centrodestra, che ora faranno a gara per fare il vicesindaco. Le nove liste che componevano la sua coalizione erano un coacervo difficilmente battibile.
Ha vinto perché ha tenuto i nervi saldi. Le ultime tre settimane prima del voto, tra giornali schierati pesantemente a livello nazionale, cronache giudiziarie locali, accuse da parte di autorevoli esponenti della magistratura, avrebbero demolito chiunque sul piano del morale e non della morale. Ma lui, pur provato e sofferente, ha resistito con calma e sufficiente sangue freddo. Unico errore la mancata partecipazione alle commemorazioni su Falcone. Le istituzioni si rappresentano sempre, anche quando possono essere messe in discussione.
Il clima avvelenato di questa campagna, in larga parte giustizialista, ha certamente indebolito il voto di opinione del professore Lagalla, ed ha paradossalmente rafforzato la solidarietà a Cuffaro. Chi forse riteneva la la DC Nuova fosse una proposta antiquata e fuori dal tempo ha contribuito a dare la sua solidarietà andando a votare Totò Cuffaro, che supera abbondantemente lo sbarramento. Di fatto è stato un boomerang parziale per il centrosinistra stretto. Che aveva già perso isolandosi in un campo da padel dove palleggiavano PD e 5stelle. I primi si sono mangiati i secondi in un cannibalismo che lascerà strascichi.
Ma la scommessa per Miceli, fare dimenticare il declino devastante dell’era orlandiana, era un triplo salto mortale. Con quattro sole liste la sconfitta era già scritta. Lui l’ha condotta con pochi mezzi e con l’andatura da Hidalgo alla Don Chisciotte. Non è andato male rispetto alle sue liste, tutt’altro. Ma i mulini avversari avevano troppo vento. E I veti che ha avuto su eventuali allargamenti lo hanno limitato in partenza.
Lagalla è persona accorta ed equilibrata, ma ora si trova davanti ad una sfida da far tremare i polsi pure a Draghi. Oltre mille bare accumulate ai Rotoli, 180.000 tonnellate di rifiuti ormai indifferenziati sul piazzale di Bellolampo con le vasche chiuse, un bilancio comunale da uno, nessuno e centomila. E con aspettative e critiche più pronte delle soluzioni. Dovrà cercarsi importanti Santi in Paradisi romani e tenere a bada una coalizione che renderà la sua vita da sindaco molto complicata. Già la scelta del vicesindaco lascerà morti e feriti sul terreno. Sarà Ciccio Cascio o Carolina Varchi? O nessuno dei due per par condicio?
Il suo carro oggi sembra largo ma diverrà a breve molto stretto. La borghesia palermitana è campione del mondo per la specialità, e tutti gli diranno che erano certi della sua vittoria e si sono sbracciati per il risultato.
Non intendiamo dare consigli al neo Sindaco Lagalla, è persona troppo esperta per non sapere cosa dovrà fare, bisognerà solo capire se il contesto in cui oggi è inserito gli consentirà di operare.
Così è se vi pare