Che quella sui migranti del capo della Lega Nord e ministro dell’Interno Matteo Salvini è soltanto propaganda lo ha dimostrato chiaramente quanto avvenuto ieri sera: nel silenzio assoluto del Viminale sono giunti nel molo Favarolo, a Lampedusa 57 tunisini giunti con il sistema della “nave madre” escogitato dai trafficanti d’uomini sono stati soccorsi da Guardia di finanza e Capitaneria di Porto davanti al vicino isolotto di Lampione.
Poche ore prima, tra continue dichiarazioni del leader del Carroccio, si era consumata l’ennesima sconfitta di Salvini, costretto dal premier Giuseppe Conte a far sbarcare 27 minorenni a bordo della nave.
Un’accelerazione improvvisa dovuta a diversi fattori, sia politici che giudiziari, quella che ha sbloccato ieri almeno in parte la fase di stallo della Open Arms, da diciassette giorni in mare e da tempo ferma alla fonda di Lampedusa con il suo carico di migranti ammassati l’uno sull’altro.
Lo sbarco fantasma e i “minorenni immaginari”
E mentre si consumava nel silenzio l’ennesimo “sbarco fantasma” – il Ministero dell’Interno non ha mai fornito dati su questo fenomeno che ha portato sulle coste italiane migliaia e migliaia di migranti negli ultimi mesi – il clamore sui social media riguardava la “rivelazione” di Salvini: otto dei naufraghi scesi dalla Open Arms avevano confessato ai poliziotti di essere maggiorenni.
“Vedremo gli altri… Dopo i ‘malati immaginari’, ecco i ‘minorenni immaginari’! Mentre altri cedono, io non cambio idea”, ha prontamente twitta “La Bestia” per conto del vicepremier leghista che ha aperto la crisi di governo.
Salvini-Open Arms, guerra a colpi di tweet
E stamattina la battaglia a colpi di tweet tra Open Arms e Salvini è continuata: “Miserabile – ha scritto la Ong – è chi utilizza 107 esseri umani ‘senza nome’ e dei voluntari come ostaggi per fare propaganda xenofoba e razzista. Complici, tutti quelli che lo permettono e si prendono gioco del loro dolore”.
“Da 17 giorni, invece di andare in un porto spagnolo, questi ‘signori’ tengono in ostaggio gli immigrati a bordo (fra cui finti malati e finti minorenni) solo per attaccare e provocare me e l’Italia. Non mi fate paura, mi fate pena. Io non mollo” ha risposto sui social, a beneficio dei suoi seguaci, il ministro dell’Interno italiano.
La cronaca della giornata di ieri
Il trasbordo dei 27 era cominciato poco dopo le 16.30 di ieri su due motovedette, della Guardia costiera e della Gdf: subito dopo avere toccato finalmente la terraferma, intorno alle 17.30, i ragazzi sono stati condotti nell’hotspot dell’isola.
Sulla nave i naufraghi rimasti sono 107.
L’impasse s’è sbloccata dopo un duro botta e risposta tra Conte e Salvini, ma a far intuire che qualcosa si stava smuovendo sono stati alcuni segnali.
A cominciare dalla mossa del comando generale delle Capitanerie di porto, che in una nota al Viminale e ai ministeri per le Infrastrutture e degli Esteri, sottolineava che dal punto di vista del Centro ricerca e soccorso di Roma non vi fossero “impedimenti di sorta” allo sbarco dei migranti, anzi sollecitato con “urgenza”.
Stavolta Conte ha fatto il premier
Così, in una lettera, la seconda inviata al suo vice, il premier ha ribadito a muso duro la necessità di autorizzare lo sbarco immediato dei minori, confermando inoltre quella disponibilità smentita ieri da Salvini di numerosi Paesi europei a ospitare i migranti. Insomma, Conte stavolta ha fatto il Presidente del Consiglio dei ministri.
“La Bestia” e l’interesse mediatico ed elettoralistico
Sull’altro fronte, come sempre, l’unico interesse di Salvini è stato mediatico ed elettoralistico. Così, sui social, a beneficio dei suoi fan coltivati dalla “Bestia”, ha giocato a fare la vittima e l’eroe.
“Prendo atto” ha detto, sottolineando che la decisione sullo sbarco “è una scelta di esclusiva responsabilità del premier” anche se rappresenta “un pericoloso precedente”. Ha aggiunto poi che “la linea del Viminale non cambia”, affermando: “continuerò a perseguire in tutte le competenti sedi giurisdizionali l’affermazione delle ragioni di diritto che ho avuto modo di esporti” ossia “il ricorso sulla decisione del Tar del Lazio” che aveva annullato il “blocco navale” del governo considerandolo un respingimento.
Le parole di Papa Francesco, “Sono persone”
E nel batti e ribatti mediatico si sono inserite anche le parole di un messaggio inviato al meeting di Rimini da Papa Francesco: “Pensiamo alle migliaia di individui che ogni giorno fuggono da guerre e povertà: prima che numeri, sono volti, persone, nomi e storie. Mai dobbiamo dimenticarlo”.
Le polemiche sulle condizioni mediche
Dopo un vertice, i pm di Agrigento hanno disposto un’ispezione igienico-sanitaria a bordo della Open Arms da parte di una commissione composta da due medici marittimi, poliziotti e uomini della Guardia costiera, che hanno concluso il lavoro ieri dopo le 22. Non si conosce ancora l’esito delle verifiche, dal quale potrebbero scaturire sviluppi: in caso di sequestro della nave i 107 naufraghi rimasti a bordo dovranno sbarcare immediatamente.
Il lavoro della commissione sarà utile ai pm per fare chiarezza anche sulle divergenze tra i medici di bordo, quelli del Disom e il responsabile del poliambulatorio di Lampedusa, Francesco Cascio, sulle condizioni di salute dei tredici migranti fatti sbarcare tre giorni fa d’urgenza e che sarebbero stati, secondo le dichiarazioni dell’ex presidente forzista dell’Assemblea regionale siciliana, sani come pesci.
La Procura chiede allo Sco di acquisire documenti del Viminale
La Procura della Repubblica di Agrigento, guidata da quel Luigi Patronaggio che negli ultimi mesi è stato minacciato di morte per tre volte da organizzazioni neofasciste per “quanto fatto con i migranti”, nei giorni scorsi ha aperto due fascicoli sul caso, il primo per favoreggiamento all’immigrazione clandestina, il secondo per sequestro di persona.
Gli atti sono ora al vaglio del procuratore aggiunto Salvatore Vella, che ha chiesto allo Sco di acquisire al Viminale anche tutta la documentazione relativa alla richiesta di ‘porto sicuro’ da parte di Open Arms.
I poliziotti si sono presentati nella sede del Ministero, dove dirigenti e funzionari del ministro Salvini hanno fatto sapere di dover raccogliere ancora tutta la documentazione e che provvederanno loro stessi a inviarla in Procura domani.
Un caso “Diciotti” senza la rete del M5s
Quello che potrebbe profilarsi per Salvini è una sorta di nuovo caso “Diciotti”: anche allora l’ipotesi di reato fu quella di sequesto di persona, formalizzata contro il capo della Lega Nord dal Tribunale dei Ministri di Catania che chiese al Senato l’autorizzazione a procedere per Matteo Salvini. Quest’ultimo fu “salvato” non solo e non tanto dal presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere, Maurizio Gasparri, ma dai senatori del M5s. I quali però, oggi, dopo il “tradimento” di Salvini e l’apertura della crisi politica, difficilmente sarebbero disposti a impegnarsi in suo favore.
L’Ocean Viking ancora tra Lampedusa e Malta
Intanto, sullo sfondo rimane sempre il caso della Ocean Viking: la nave di Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere con 356 migranti a bordo si trova ora tra Lampedusa e Malta, ancora in attesa di un porto sicuro.
E l’Unicef, approvando la decisione di Conte di far sbarcare i minorenni della nave Open Arms, hanno auspicato, attraverso il portavoce Italia Andrea Iacomini, “che una decisione simile sia presa anche per i 103 minorenni che si trovano a bordo della Ocean Viking, soltanto undici dei quali sono accompagnati da un genitore o tutore”.
Per l’Unicef “la priorità è salvare e proteggere la vita di questi bambini, molti dei quali fuggiti da violenze, conflitti e atrocità: nessun bambino dovrebbe essere più bloccato in mare o rischiare di annegare al largo delle coste europee”.