“Lo dico ufficialmente: questo è il mio ultimo Festival. Cinque di seguito sono tanti. Aver eguagliato Pippo Baudo e Mike Bongiorno è un onore. Se tra qualche anno mi venisse richiesto potrei tornare, in futuro sì ma adesso mi devo fermare. Pure Morandi lo ha condotto con me a 78 anni”. Lo dice Amadeus in un’intervista a ‘FQMagazine’ nella quale spiega di non avere ancora pensato a chi avrà al suo fianco nella conduzione: “Inizio a pensarci a settembre”, dice. E chiarisce di avere “voglia di cambiare quest’anno, provo a ragionare per trovare qualcosa che non ho fatto in passato”.
Il conduttore confessa di avere seguito il metodo di Pippo Baudo che oggi compie 87 anni e che nel corso di ‘Viva Rai2!’ di stamattina, chiamato al telefono da Fiorello per gli auguri, ha elogiato Fiorello: “Sicuramente e ancora oggi ringrazio Pippo. L’ho incontrato due volte in un ristorante a Roma. ‘Vieni qua, siediti’ (ne imita la voce, ndr). Mi disse: ‘Devi conoscere le canzoni a memoria e devi sceglierle tu, nessun altro. Se ti assumi la responsabilità di tutto, anche del colore delle transenne, conosci la macchina perfettamente e saprai rispondere a ogni domanda. Se deleghi, gli altri potrebbero sbagliare ma la colpa sarà sempre tua”.
Sui rumors che ipotizzavano un dimezzamento del suo ruolo nella prossima stagione Rai, dice sereno di averli vissuti “con tranquillità, per carattere. Alcune indiscrezioni, se devo dire, anche con divertimento. In generale, c’è una lista lunghissima di artisti che farà Sanremo dopo di me. Ed è giusto così”. Amadeus spiega di avere “rapporti ottimi con Roberto Sergio, un dirigente che conosce bene l’azienda, arriva dalla radio e conosce l’importanza della musica e la necessità di rispecchiare l’attualità discografica. Davvero nessun problema. Ci siamo confrontati e ho avuto tutte le rassicurazioni per poter fare il mio lavoro liberamente”. E tiene a precisare di non avere rapporti con la politica: “Mi infastidisce quando dicono che faccio un Sanremo politico perché non è così. Sono come un attaccante con la carriera al servizio dei risultati: se segno gioco, se faccio male vado in panchina. Non mi sono mai schierato politicamente, non ho mai chiesto a un cantante o a un ospite per chi votano, non ho mai scelto una canzone in base a una corrente politica. Non mi interessa e non sono tenuto a saperlo”, chiosa.
Amadeus racconta infine della convocazione da parte della Digos sul caso Blanco: “Ho solo raccontato la verità fin dall’inizio. Non era premeditato, uno pensa che in tv è sempre tutto organizzato. A Sanremo ancora di più. Seguo tutte le prove, quella di Blanco mi sono assentato perché ero stato chiamato dall’ambasciatore Ucraino per Zelensky. Al ritorno ho chiesto se fosse tutto ok, mi hanno detto che alla fine dell’esibizione avrebbe dato un calcio a delle rose. In diretta non è andata così. Ha spiegato che non si sentiva, ha sbagliato, era dispiaciuto e si è scusato. Ho trovato esagerati certi commenti, come sentir parlare di anni di carcere. Abbiamo guai veri nel nostro Paese e mi è sembrato tutto troppo amplificato, come molte cose del post Sanremo. Sono contento che sia finita così, gli faccio i complimenti per il brano con Mina, ricordando a tutti che l’ha scritto lui”.