Enna

L’Asp per contrastare il gioco d’azzardo patologico

ENNA – Si è svolto a Capizzi, nel messinese, all’interno del Santuario di San Giacomo, un incontro dedicato all’informazione e alla sensibilizzazione sui rischi e gli effetti legati alle varie forme di dipendenza.

L’evento è parte integrante del progetto “Gam_ing Over Communit”, una delle molteplici iniziative promosse dalla dottoressa Carmela Murè, direttore del Dipartimento di Salute mentale e dell’Uoc Dipendenze patologiche dell’Asp di Enna, e si focalizza principalmente sulla prevenzione e sul contrasto del Gioco d’azzardo patologico (Gap), e delle altre dipendenze.

ll fenomeno delle dipendenze, dalle sostanze psicotrope alle nuove dipendenze comportamentali come il gioco d’azzardo patologico, è in crescita esponenziale nella società contemporanea. Per contrastare questo allarmante trend, è fondamentale promuovere la prevenzione e la sensibilizzazione.

All’incontro, organizzato dalla Fidapa sezione di Capizzi, presieduta da Giovanna Fascetto, in collaborazione con la Confraternita di San Giacomo e la parrocchia di Capizzi, è intervenuta la dott.ssa Carmela Murè e l’equipe multidisciplinare del progetto, le psicologhe e psicoterapeute dott.ssa Maria Grazia Castrogiovanni, dott.ssa Rosaria Calandra insieme all’assistente sociale dott.ssa Valentina Gagliano.

“Il confronto – hanno sottolineato gli organizzatori – è un’occasione preziosa per chiunque sia interessato a comprendere meglio le dinamiche delle dipendenze. Sono stati affrontati, infatti, diversi e variegati temi, tra cui i meccanismi psicologici alla base delle dipendenze, le strategie di prevenzione, i trattamenti utilizzati nelle diverse patologie e le esperienze dirette di chi lavora quotidianamente con persone affette da dipendenze”, hanno sottolineato gli organizzatori.

“Partecipare a eventi di questo tipo – hanno aggiunto – è essenziale per aumentare la consapevolezza sulla gravità delle dipendenze e per promuovere un approccio proattivo nella loro prevenzione e gestione. L’informazione e la sensibilizzazione rappresentano infatti i primi passi per costruire una comunità più informata e resiliente, capace di supportare chi è in difficoltà e di promuovere il benessere psicologico e sociale di tutti i suoi membri”.