L’8 marzo non è una festa, è una celebrazione. Non è una data simbolica ma è sempre attuale per ricordare a tutti, donne e uomini, il valore della forza delle donne e della funzione che essa ha nella società.
Il recente periodo della pandemia ha visto le donne sempre presenti in prima linea sia in famiglia sia in ruoli rilevanti nel sociale. E poi c’è la guerra dove, in questa follia, le donne ‘contengono’, fuggono, ma anche conservano i semi della speranza per dare senso e coraggio alle azioni di protezione della storia del loro popolo.
Forte e gloriosa appare
l’amazzone che scruta
oltre il pendio,
che valica l’orizzonte terreno
coi mutevoli sensi che
l’appartengono
e narratori del mondo
che i suoi occhi accolgono…
La forza di resilienza delle donne ha il valore del ‘resistere’, che renderà possibile libertà e cambiamento.. Il mio lavoro come psicoterapeuta, oggi, accoglie spesso la voce o ‘il grido’ delle donne, della loro fragilità e della loro sofferenza espressa nel segreto dello spazio terapeutico o nelle corsie del ‘Codice Rosa’, dove si assiste ad un annullamento di sé, della propria identità, soggiogate dall’illusione di ‘essere’ solo se compiacenti o sottomesse all’uomo. Le donne dobbiamo dare più ascolto alle emozioni e ai nostri desideri e lasciarci guidare per vivere con maggiore consapevolezza e determinazione il ‘nostro’ ruolo nel mondo. Costruire un modello dell’essere ‘donna’ oltre la nudità del femminile, in primis per nutrire la nostra felicità.
(versi di Teresa Leonardi)