Lavoro

Lavoro, Cpi nel caos: “In Sicilia mancano competenze per gestire programma Gol”

PALERMO – L’Associazione Nazionale Navigator ieri ha lanciato l’allarme: “In Sicilia è emergenza servizi al lavoro”.
Che esista un’emergenza (nazionale, tra l’altro) legata ai Centri per l’Impiego non è una novità. I Cpi hanno clamorosamente fallito la loro mission, cioè quella di collegare domanda e offerta di lavoro.
Il Report Anpal 2021 conferma che a 12 mesi dal primo sussidio (Reddito di cittadinanza), solo il 15,4% dei percettori in Sicilia ha firmato un contratto di lavoro. La media nazionale, invece, arriva al 23,3%.

Intanto, il Piano attuativo regionale del Gol, programma di Politiche attive del lavoro nell’ambito del Pnrr, destina alla Sicilia 900 milioni, quasi un quinto del totale nazionale. L’Associazione Nazionale Navigator ha espresso forti preoccupazioni per un piano che parte in grave ritardo, ignorando lo stato in cui versano i Centri per l’Impiego in Sicilia. “Ad oggi – dicono i rappresentanti dell’Associazione in Sicilia – è stato fatto poco o nulla perché i Centri per l’impiego arrancano sotto organico, mentre circa 300 collaboratori Anpal Servizi che potrebbero dare un importante contributo (ex navigator, contratto in scadenza il prossimo 31 ottobre) sono esclusi dal programma, malgrado la platea del Reddito di Cittadinanza costituisca in Sicilia circa il 50% dei beneficiari del Gol. Una scelta inspiegabile e miope”.

429 dei circa 2000 navigator italiani si trovano in Sicilia. A questi si aggiungono i 1.800 lavoratori già in servizio nei Cpi italiani. In tutta Italia sono solo 8.000. Stando ai numeri, dunque, le risorse umane sembrerebbero non mancare. Ma senza adeguate competenze, la quantità serve a poco perché a rischio è l’attuazione stessa del programma Gol.

L’Associazione denuncia inoltre che i concorsi banditi a dicembre scorso sono in grave ritardo “e, una volta conclusi, mancheranno ancora in organico 300 specialisti profilo D (laureati) a causa di errori d’impostazione del bando. I nuovi operatori saranno operativi nei centri per l’impiego solo nel 2023, con conseguenze negative sul raggiungimento degli obiettivi stabiliti dall’UE già per il 2022 e rischio di perdita delle risorse finanziarie (100 milioni di euro)”.

Insomma, un vero pasticcio. E a pagarne le conseguenze sarebbero i tantissimi disoccupati siciliani ai quali la politica aveva promesso che il sistema Reddito di Cittadinanza-Centri per l’impiego avrebbe restituito un futuro e un lavoro alle persone senza prospettive.

“Il Piano – spiegano i navigator siciliani – è centrato sulla figura dell’operatore “case-manager”, ruolo per cui gli ex navigator hanno ricevuto specifica formazione da Anpal Servizi. Privarsi della loro esperienza pluriennale appare una scelta sbagliata ed economicamente dannosa, con uffici sottodimensionati rispetto ai compiti assegnati. Gol insiste sulla cooperazione tra i CPI pubblici e le Agenzie private e sul raccordo col mondo dell’istruzione, della formazione e delle imprese, attività che gli ex navigatoror svolgono già da tre anni”. La grave congiuntura economica e occupazionale che in autunno investirà le famiglie e le imprese della Regione sta annullando gli effetti positivi della ripresa avvertiti all’inizio dell’anno.

Migliaia di nuovi percettori di Naspi, Dis-Coll, Reddito di Cittadinanza e cassintegrati affluiranno in Centri per l’Impiego già vicini al collasso: il rischio concreto è quello di mandare in fumo 900 milioni di euro previsti dal Pnrr, “bucando” gli obiettivi del Gol, a cui si aggiungono le risorse per la Sicilia del Fondo Sociale Europeo (FSE+): circa 1,5 miliardi di euro per il periodo 2021-2027. In vista delle imminenti elezioni politiche e regionali, l’Associazione “Anna” chiede all’assessore Scavone di formalizzare nell’immediato al ministro Orlando la richiesta di proroga del contratto degli ex navigator almeno sino al prossimo 31 dicembre, scadenza naturale della convenzione in atto con Anpal Servizi. “Dopo le elezioni – dicono i navigator siciliani – chiediamo al nuovo governo regionale – non appena insediato – di sollecitare l’apertura di un tavolo tecnico a Roma, più volte richiesto dalle organizzazioni sindacali e pervenire entro la fine dell’anno alla soluzione strutturale per tutti gli ex navigator italiani, per un nuovo assetto delle politiche attive del lavoro e dell’inclusione sociale nel nostro Paese”.