ROMA – Il divario digitale tra uomo e donna è stato battezzato digital gender gap e, come affermato da Sima Bahous, vice segretaria generale delle Nazioni Unite, è il nuovo volto della disuguaglianza di genere.
Secondo le stime dell’Onu, solo il 28% delle persone laureate in ingegneria e il 22% di quelle che lavorano nel settore dell’intelligenza artificiale a livello globale sono donne. Questo scarto è confermato anche dai dati Eurostat per il settore delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che affermano come in Europa quest’ultimo sia scarsamente rappresentato dalle donne: le professioniste sono solo il 19%, contro l’81% degli uomini. Allo stesso tempo, sul totale dei laureati europei, le donne con una laurea in ICT rappresentano solo il 2% (per la controparte maschile la percentuale sale all’8%), con il valore più basso che si registra in Italia (0,5%).
Il digital gender gap è quindi una realtà, ma in Italia si cominciano a notare alcuni segnali positivi. Infatti, secondo i dati di ProntoPro, il marketplace di riferimento per i servizi professionali che mette in contatto domanda e offerta, nell’ultimo anno sono cresciute del 20% le donne che, sulla piattaforma, si occupano di digitale. Quando si parla di donne nel digitale, i mestieri che hanno registrato una maggiore adesione sulla piattaforma da parte delle professioniste sono stati quelli nel campo del Design e sviluppo web (69%) e del Marketing Digitale e Social Media (24%), seguiti dai Servizi e consulenza IT (5,5%) e, infine, da quelli legati allo Sviluppo di software e applicazioni (1,5%).
In particolare, andando ad analizzare la classifica dei diversi servizi offerti nell’ultimo anno dalle donne in ambito digitale e mettendola a paragone con quella maschile, si nota che più della metà delle professioniste mette a disposizione le proprie competenze per la creazione di loghi (46%) e per la creazione e realizzazione di siti web (19%), due specializzazioni in cui la creatività è centrale e che si trovano ai primi posti anche nella Top 10 maschile, occupando però una percentuale inferiore di uomini, rispettivamente il 28% e il 23% dei liberi professionisti.
Nel ranking femminile si trovano al terzo posto e subito fuori dal podio rispettivamente i ruoli di Social Media Manager (9,5%), Web writer (8%) e Consulente marketing (6%), mestieri clou del mondo della comunicazione che fanno capolino solo nella seconda metà della classifica dei professionisti maschili.
Seguono, nel ranking femminile, i servizi di Web agency (4%) e Web Designer (4%), al sesto e settimo posto; chiudono la Top 10 Webmaster (1%), Programmatrice informatica (0,4%) e Sviluppo app (0,4%). Da notare come proprio Webmaster e Sviluppo app siano assenti nella classifica maschile, dove, al contrario, compaiono in maniera esclusiva Sistemista e Sviluppatore software.