A dicembre 2022 l’Inps ha registrato un saldo positivo tra i flussi di assunzioni e di cessazioni negli ultimi dodici mesi pari a 441.000 posizioni di lavoro. Per il tempo indeterminato la variazione risulta pari a +336.000 unità mentre per l’insieme delle altre tipologie contrattuali la variazione è pari a +105.000 unità (dettagliatamente: +43.000 per i rapporti a tempo determinato, +32.000 per gli intermittenti, +18.000 per gli apprendisti, +6.000 per gli stagionali e i somministrati). Lo comunica l’ente di previdenza in una nota. A consuntivo del 2022 si registra una crescita, rispetto a dicembre 2019 (vale a dire alla vigilia della pandemia), delle posizioni di lavoro a tempo indeterminato pari a +706.000 unità; l’incremento delle altre tipologie contrattuali, sempre nel medesimo triennio, è stato pari a 388.000 unità.
I maggiori contribuiti alla crescita sono stati assicurati dalle costruzioni (+271.000 nel triennio, +79.000 nell’ultimo anno) e dal terziario professionale (+233.000 nel triennio, +101.000 nell’ultimo anno), al cui interno evidenzia un peso particolare il segmento della consulenza informatica. Nel corso dell’ultimo anno, illustra inoltre l’Inps, accanto alla crescita dei rapporti di lavoro, è proseguito il processo di riassorbimento della Cassa integrazione che aveva avuto il suo massimo sviluppo ad aprile 2020 con 5,6 milioni di dipendenti interessati. A maggio 2021 i lavoratori in Cig risultavano scesi a poco meno di 1,5 milioni con una media mensile pro capite di 69 ore. Nel 2022, dopo le oscillazioni invernali, è ripresa tra la primavera e l’estate la tendenza al riassorbimento della Cig. A ottobre 2022 (cui si riferiscono gli ultimi dati disponibili) i cassintegrati risultavano 271.000 (a ottobre 2021 erano ancora 689.000) con una media di 40 ore pro capite (a ottobre 2020 erano 62 e a ottobre 2021 56.
Sul fronte delle assunzioni in somministrazione, nel corso del 2022 rispetto al corrispondente periodo del 2021, continua l’Inps, sono aumentate per entrambe le tipologie contrattuali: tempo indeterminato +61%, a termine +3%. Anche per le cessazioni si rileva un aumento per le due tipologie contrattuali, rispettivamente +26% per i contratti a tempo indeterminato e +11% per quelli a termine. Il saldo annuale, e quindi la variazione tendenziale, è risultato appena positivo nel 2022 (+6.000), esito peraltro di un incremento dello stock di posizioni di somministrazione a tempo indeterminato (+24.000) a fronte di un decremento delle posizioni a termine (-18.000).
Per quanto riguarda la consistenza dei lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale (Cpo) a dicembre 2022 si attesta intorno alle 15.000 unità (valore sostanzialmente in linea con quello di dicembre 2021); l’importo medio mensile lordo della remunerazione effettiva risulta pari a 293 euro. Per quanto attiene ai lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia (Lf), a dicembre 2022 essi risultano circa 10.000, in diminuzione del 12% rispetto a dicembre 2021; l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 155 euro.