Arrivano i profili più richiesti nei prossimi 5 anni. Serviranno circa 3 milioni di lavoratori secondo il report di Unioncamere e ministero del Lavoro sulle “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine” tra il 2024 e il 2028. Il documento è stato visto da “Il Corriere della Sera”. Nel dettagli dall’analisi dovrebbe emergere un fabbisogno compreso tra 3,1 e 3,6 milioni di occupati in base allo scenario macro-economico. Si prospetta che diminuirà la domanda di operai non qualificati e sarà incrementata quella per le professioni tecniche e specializzate.
Il report tenta pure di capire le sezioni in cui mancheranno lavoratori a causa dei pensionamenti. La ripartizione del Sud e Isole è quella che concentra la maggiore quota di fabbisogni occupazionali (intorno a 1,1 milioni di unità nel quinquennio pari al 30,4% della domanda totale).
Figurano tra i più cercati gli insegnanti, i medici e gli ingegneri. Unioncamere sostiene che i profili intermedi come gli impiegati rappresentano un terzo del fabbisogno complessivo (circa 1-1,2 milioni di lavoratori). Il fabbisogno di operai varierà fra 511mila e 613mila unità: intorno al 17% del totale. Prof e maestri saranno molto richiesti. Si prevedono circa 139-147mila occupati nella scuola pre-primaria e primaria nonché altri 112-119mila nella secondaria. Fabbisogno al 5,3-5,6% in media all’anno per i docenti della scuola primaria e pre-primaria e secondaria e post-secondaria al 4,5-4,8%.
Gli specialisti delle scienze gestionali, commerciali e bancarie si attestano sulle 98-107mila unità, gli ingegneri sulle 46-56mila unità e i medici sulle 50mila unità. Le professioni in questione hanno tassi di fabbisogno annui similari: dal 3,1% al 3,6%.
Per i lavoratori del settore delle costruzioni sono circa 154-170mila gli occupati previsti. A seguire i dipendenti delle industrie metalmeccaniche con un fabbisogno di 45-53mila unità. Fonditori, saldatori e montatori di carpenteria metallica avranno un fabbisogno di 23-27mila unità.
Il fabbisogno maggiore è costituito dai lavoratori dipendenti nel settore privato: 61% del totale. I dipendenti pubblici si fermeranno al 22%. La quota degli indipendenti si attesterà al 17%.