Tali distorsioni sono la causa delle emozioni negative e dei comportamenti disfunzionali che prova l’individuo e con cui egli agisce come risposta.
Ogni qual volta entriamo in contatto con informazioni che contrastano con le nostre certezze e i nostri punti di vista, si crea una dissonanza cognitiva.
Le distorsioni cognitive sono responsabili di una rappresentazione della realtà che si nutre delle sue stesse certezze e sono al contempo espressione del bisogno di mantenere in ordine le nostre convinzioni. Essendo così importanti e invadenti le distorsioni cognitive è utile analizzarle nello specifico.
Astrazione selettiva delle informazioni: è una conseguenza della tendenza della mente a soffermarsi prevalentemente, se non esclusivamente, sui fatti della realtà che confermano la personale visione del mondo.
Ipergeneralizzazione: è quella distorsione in cui, senza fondamento, ci si fa un giudizio generalizzato partendo da uno o più particolari con caratteristiche (“Se è accaduto in quell’occasione, accadrà sempre”, “Se è vero adesso, lo sarà anche in futuro”, “Nonostante l’impegno non c’è l’ho fatta”).
Personalizzare: è quella distorsione cognitiva in cui, per insicurezza, si tende a riferire a se stessi gli accadimenti (“C’è l’hanno con me?”, “Ho fatto qualcosa che li ha irritati?”, “Ho fatto qualcosa per meritare tutto ciò”).
Ragionamento emozionale: è quella condizione in cui ragionando in modo emotivo, si tende a interpretare gli eventi e le circostanze, più in funzione di ciò che si prova che in relazione ad una più logica mediazione razionale (“Andrà male, lo sento”).
Ingigantire: è una distorsione cognitiva che porta il soggetto ad esagerare i problemi al punto da catastrofizzare gli accadimenti disperandosi e diventando incapaci di affrontare il problema (“Non ce la farò mai!”).
Minimizzare: è il polo opposto del precedente errore cognitivo (“C’è la farò perché non è una situazione così grave”).
Pensiero dicotomico o polarizzato: è tipicamente legato al pregiudizio, perché frutto della semplificazione (tutto o nulla, giusto o sbagliato, buono o cattivo, bello o brutto), della necessità di categorizzare i bisogni, i sentimenti, le motivazioni e le azioni umane, con lo scopo di ridurre la realtà a un’immagine composta di due sole possibilità.
Lettura del pensiero: è il tentativo di soddisfare il bisogno di prevedere il comportamento del prossimo, si corre il rischio di confondere la realtà con l’immaginazione, giungendo a false conclusioni.