Il divario occupazionale di genere è da sempre esistito, ma fortunatamente nel tempo è sempre meno marcato, anche grazie alle varie riforme che sono state stabilite dall’Unione Europea ad esempio l’articolo 23 “parità tra donna e uomo” che cita: la parità tra donne e uomini deve essere assicurata in tutti i campi, compreso in materia di occupazione, di lavoro e di retribuzione. Nonostante ciò, questo divario è ancora presente sul nostro territorio
Analizzando i dati Istat del 2021, abbiamo notato che a livello nazionale il tasso di disoccupazione femminile è del 9,2% contro il 6,8% degli uomini, divario che è sempre più marcato tra i giovani tra i 15-24 anni, con tassi del 32,8% nelle donne e il 27,5% negli uomini. Il tasso di occupazione a livello nazionale è 54,5% per gli uomini e 37,7% per le donne.
Dando uno sguardo più approfondito alle provincie siciliane, notiamo che questo divario è nettamente superiore rispetto alle provincie delle regioni del nord Italia.
Coesiste un grosso divario riguardante l’occupazione femminile e quello maschile tra le regioni del nord e del mezzogiorno. In particolare, come si osserva, è netta la differenza tra due province che fanno parte della stessa nazione: quella (autonoma) di Bolzano e quella di Caltanissetta, dove l’occupazione femminile si attesta rispettivamente al 53,8 e al 15,8 (con un divario di 38 punti percentuali!).
Questo divario è da sempre esistito per motivi culturali e sociali in cui spesso la figura femminile è ancora relegata alla dimensione domestica e familiare, lontana da una carriera che possa condurla a una posizione di rilievo.
Infatti, analizzando il grafico qui a fianco, possiamo vedere come nel tempo il divario occupazionale è sempre meno rilevante. Il problema sorge guardando i dati più recenti, perché non riusciamo a trovare un netto miglioramento. Il divario occupazionale rientra nelle problematiche della parità di genere, perciò – per risolvere questo importante problema – la nostra classe ha pensato a cinque misure che andrebbero messe in pratica da parte dei governanti:
1. Conseguire la parità di genere nei ruoli dirigenziali e politici;
2. Favorire un maggiore equilibro tra vita lavorativa e vita privata, aumentando il ricorso a forme di lavoro più flessibili che favoriscano il ruolo di madri;
3. Dare accesso agli uomini al congedo di paternità;
4. Creare norme sulla parità di trattamento;
5. Creare provvedimenti specifici per la promozione della condizione femminile.
Diego Brazzaventre, Martina Giardina, Filippo Scardilli – Classe 3° A
Istituto di Biotecnologie-Ambientali “Rita-Levi Montalcini”