L’arcipelago delle isole Eolie conta sette isole: Lipari, Vulcano, Salina, Panarea, Stromboli, Alicudi e Filicudi. Il mito vuole sia stata dimora di Eolo, dio dei venti, che li teneva nascosti nei meandri di una grotta. Basandosi sull’osservazione delle nubi di vapore che avvolgevano la sommità dello Stromboli, il dio riusciva persino a prevedere le variazioni del tempo. Anche l’impavido Ulisse approdò alle isole Eolie, dove venne ospitato da Eolo che lo prese in simpatia e si accorò per il suo lungo viaggio tanto da donargli, imprigionati in un otre di pelle, tutti i venti contrari alla navigazione, così da poter proseguire indisturbato verso Itaca.
Oggi Stromboli è prestigiosa meta turistica ma anche luogo di continui studi da parte di vulcanologi provenienti da tutto il mondo. Chi avesse avuto la fortuna di visitare questa incantevole e controversa isola, può senza dubbio affermare che non appena si approda si viene davvero invasi da un senso di magia e meraviglia. Col suo vulcano baldanzoso in bella mostra, desta a prima vista immenso stupore o immensa inquietudine, o entrambe, perché no. L’aria è leggermente rarefatta e “iddu” borbotta, sbuffa e trema di continuo. Si avverte un pulsare di vita, se ne percepisce la potenza. La cenere vulcanica è sempre presente e la vegetazione sembra di tipo equatoriale. Fiori dalle misure sproporzionate, profumi unici e un senso di bolla temporale avvolge i suoi abitanti e le case… per non parlare del blu profondo del mare. Esperienza unica e mistica.
Stromboli, Strongyle (rotonda) così la chiamarono i greci, conta oggi tre centri abitati (San Bartolo, San Vincenzo e Ginostra), raggiungibili esclusivamente via mare e il suo vulcano è tra i più attivi di Europa, tanto che il termine “attività Stromboliana” sta a indicare in geologia proprio l’emissione di lava e lapilli dei vulcani in genere.
Chiamato “Iddu” dai suoi abitanti, come a volerne rivangare la natura divina, quello che oggi vediamo è solo la parte emersa di un substrato vulcanico di oltre duemila metri, mentre la sua vetta visibile raggiunge i 924 metri. Come fu per gli antichi è ancora considerato “il faro d’Europa” per la sua incessante attività che lo fa di continuo brillare e rifulgere nelle tenebre della notte dei naviganti.
La leggenda vuole che a dargli vita sia stato un monaco, Elia di Enna. Questi, ritiratosi sul monte Aulinas a Palmi, in provincia di Reggio Calabria, sarebbe stato vittima di continue tentazioni da parte del diavolo e per allontanarle, le avrebbe letteralmente calciate giù dal monte. Il diavolo, infuriato per questo affronto, rigurgitò fuoco e fiamme in mare e così generò Stromboli. Altri tramandano che invece fu il diavolo stesso ad essere stato scacciato dal monaco e caduto sull’isola venne ingurgitato dalle viscere della terra generando fiamme da allora e per l’eternità.