Editoriale Grimaldi

Lebbra?

Mentre il mondo lotta contro la pandemia che non rispetta alcuno ed infetta chiunque che se vaccinato riesce a farcela e se non, rischia di lasciarci la pelle, la politica e di parte e di nazione continua a sbalordirci con tattiche e strategie incomprensibili.
Joe Biden,presidente USA parte, lancia in resta, da perfetto democratico, contro la Russia ove un Putin ben seduto lo beffeggia sicuro di avere la Cina di XI-Jnping a proteggergli le spalle.

Con un livello di gradimento tra i più bassi mai avuti dopo un anno di presidenza, si imbarca in una intrapresa frutto di dimenticanze (per l’età?) ma con la sicumera d’essere a capo della più grande nazione della Terra, non considerando la “globalizzazione”che ha già cambiato i parametri di riferimento politici internazionali.
Ancorato a vecchi schemi ha cercato l’Europa. Ed ha dovuto chiamare uno per uno tutti i paesi della Nato – una volta egemone ed unita – avendo da ciascuno risposte diverse poiché l’EU è una bella scatola senza contenuti- alias politica estera e difesa- e dunque inutile.

A casa deve fronteggiare il calo di potere del suo vice la Kamala Harris sulla quale confidava e che invece, gaffe sopra gaffe, ha perduto credibilità e comunque si guarda bene dal suggerirgli d’essere meno utopista e più concreto, evitando che,comme d’habitude per i democratici, finisca in qualche parte del mondo a far guerra.
Se la gode Trump ufficialmente tranquillo, ma che prepara – ed i repubblicani lo seguono – la debacle dei democratici alle elezioni di middle term del Novembre prossimo e la sua discesa in campo nelle presidenziali del 2024.
Nel nostro Continente finita l’epoca Merkel-16 anni di governo di tutto rispetto -il successore Scholz ha tutta l’aria di voler essere l’interprete del “Deutschland uber alles”. Ed in Francia Macron in crisi e molto probabilmente non rieletto travolto dalla destra che avanza. Rimane – Johnson escluso dopo la brexit-solo Draghi a cercare di gestire almeno una buona cooperazione intereuropea per evitare che ciascuno dei “condottieri” si chiuda nel suo”I the first”.

In questo marasma internazionale l’Italia è ad un bivio che i parlamentari entro il prossimo Gennaio hanno da scegliere: eleggere Draghi successore di Mattarella che, nonostante i 6 minuti di standing ovation alla Scala durante un Macbeth reso ridicolo dal regista, non ne vuole giustamente più sapere,oppure lasciarlo a Palazzo Chigi ed eleggere qualcun altro al Colle.

Non facile perché per la prima volta in 75 anni la destra ha quasi i numeri per eleggere un presidente; ma anche perché si sta giustamente facendo strada l’idea che possa essere una donna chi, tra il 16 ed il 25 Gennaio prossimo, i grandi elettori eleggano a rappresentare per sette anni l’Italia, avendo controllo sul Parlamento: oggi delegittimato dal non rappresentare più – vedi sondaggi-neanche la minoranza del popolo che al 53% é femminile.
Parrebbe, a guardar il mondo, che l’espressione “ chi sta meglio ha la lebbra” sia attuale.
Preghiere a iosa.