Già prima del suo insediamento al Governo, la linea di Fratelli d’Italia è stata molto chiara sul tema della legalizzazione della cannabis. Ne abbiamo discusso con Luciano Ciocchetti, vice presidente della Commissione Affari sociali della Camera dei deputati.
Qual è la linea del partito e del Governo sulla legalizzazione della cannabis?
“In passato la sinistra ha più volte tentato di introdurre in Aula tale discussione, ma oggi rimaniamo sulle medesime posizioni. La proposta di legge sulla coltivazione e la somministrazione della cannabis a uso medico all’esame della Camera non definiva chiaramente i contorni e i confini dell’utilizzo di questa sostanza per motivi terapeutici. Per questa ragione, Fratelli d’Italia ha raccolto le preoccupazioni delle comunità di recupero e delle associazioni impegnate nella lotta alle dipendenze e ha presentato un emendamento puntuale per scongiurare una legalizzazione mascherata della cannabis. Noi vogliamo scongiurare qualsiasi forma di tossicodipendenza. A oggi l’Italia è purtroppo la nazione con il più alto tasso di abusi per uso di droghe definite leggere tra i quindicenni e non possiamo consentirlo. I nostri giovani hanno bisogno di attenzione e supporto con azioni mirate e non certo del lasciapassare da parte dello Stato di strumenti che oltretutto foraggiano la criminalità organizzata. La nostra società nel tempo si è sempre più disinteressata del futuro dei ragazzi, persino del diffuso fenomeno di quei giovani che si auto-escludono dal circuito formativo e lavorativo, così come della crescente emergenza delle devianze, fatte di droga, alcolismo, criminalità”.
Come giudica il modello attuato da altri paesi europei quali, per esempio, l’Olanda?
“Tutti i modelli che prevedono una liberalizzazione anche parziale, a eccezione dell’uso terapeutico, di cui però va definito meglio il perimetro, vanno respinti. In questo momento abbiamo un altro ordine di priorità e, se penso al tema delle droghe leggere, la prima cosa che mi viene in mente è esprimere solidarietà alle famiglie e alle associazioni che lottano contro questo male, che ogni giorno ogni tipo di stupefacente provoca ai più giovani. La risposta di certa politica, che in alcuni Paesi europei è legge, è stata di promettere a tutti cannabis libera. Noi intendiamo andare in una direzione opposta e lavorare sulla crescita dei giovani seguendo una rotta totalmente diversa. Vogliamo promuovere tra i giovani le attività artistiche, culturali e sportive. Inoltre, bisogna lavorare maggiormente sulla formazione scolastica. Altro che liberalizzazione delle droghe”.
C’è un modello, a suo parere, per una gestione controllata e legale di una sostanza che è attualmente in mano alla criminalità organizzata?
“Non può esistere una distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti. La droga è droga e fa male, Dunque no, non ritengo che si possa attuare alcuna misura ragionevole in merito rispetto alla legalizzazione di queste sostanze. La criminalità organizzata va combattuta e una volta sconfitta sarà sconfitta anche la distribuzione illegale di tutte le droghe”.