Ambiente

Legambiente Sicilia: chiesto a Schifani ritiro proroga scadenza concessioni balneari fino a 2025

“Una buona notizia che limita parzialmente lo sconforto di migliaia di operatori balneari siciliani che vedevano l’approssimarsi del 2024 con l’ansia di perdere le proprie aziende”. Con queste parole, appena due giorni fa, i vertici di Cna Balneari Sicilia Gianpaolo Miceli e Guglielmo Pacchione, coordinatore e presidente del comparto per la Confederazione, commentavano con soddisfazione la decisione dell’assessorato regionale al territorio ambiente che, con decreto a firma dell’assessore Elena Pagana, disponeva il differimento della scadenza delle concessioni demaniali marittime al 31 dicembre 2024 coerentemente con le norme nazionali.

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Posizione avversa

Nulla è però ancora deciso in via definita, considerata la posizione di Legambiente Sicilia. In un comunicato stampa si fa notare che, oltre il 60% delle spiagge sabbiose è attualmente occupato da stabilimenti balneari, la maggior parte dei quali gestisce per l’intero anno l’uso dei tratti di spiaggia concessa, privandoli così della libera fruizione pubblica. Stabilimenti balneari che dovrebbero essere concepiti come strutture a servizio della fruizione del mare ma che, per la maggior parte, sono dei veri e propri locali di ristorazione e discoteche ai quali indefinitamente, in spregio alle direttive europee e alle sentenze della corte costituzionale sulla concorrenza e trasparenza ed in assenza dei piani di utilizzo del demanio marittimo, hanno ottenuto l’uso proprio ed esclusivo di un bene comune.

Norma da rivedere

“Ci attendiamo che dopo i puntuali i rilevi di incostituzionalità del presidente della repubblica Mattarella e le sollecitazioni al governo nazionale e al parlamento a rivedere la norma che prevede la proroga delle concessioni balneari – dichiara Tommaso Castronovo presidente di Legambiente Sicilia- il presidente Schifani ritiri il decreto dell’Assessora Pagana e l’emendamento alla finanziaria in discussione all’ARS che proroga le concessioni demaniali marittime fino a dicembre 2025, in palese violazione delle norme europee e della giurisprudenza richiamata dal presidente del repubblica”.