Una volta tanto essere isole potrebbe essere un vantaggio. La proposta delle isole minori Covid free ha un forte senso simbolico ma non solo. È una proposta concreta e al contempo un’asticella raggiungibile. Dà il senso di una vittoria perseguibile, una cosa in cui ce la possiamo fare.
Questo darebbe una chance almeno a qualcuno, un modello iniziale da poter estendere a territori più ampi, in una competizione virtuosa. In Spagna e Grecia lo stanno facendo. Diventerebbe, seppur con numeri minori, un esempio motivazionale delle capacità di questo Paese che vuole ripartire, rialzarsi, rinascere.
Sarebbe fondamentale soprattutto per la Sicilia che ha il maggior patrimonio di isole minori, peraltro di una bellezza scioccante. Puntare su di loro consentirebbe anche di far rialzare un po’ il Pil complessivo dell’isola grande.
A patto che le istituzioni facciano squadra, ci si sbracci subito sia dal punto di vista organizzativo sanitario che quello dei trasporti, aerei e marittimi. Che si focalizzi lo sforzo di marketing turistico della Regione, si trovi un metodo di lavoro, problem solving, reale delle autonomie locali, si faccia squadra scambiandosi best practices per innovare l’offerta turistica in ospitalità e servizi.
La macchina del turismo isolano è demotivata ed inerziale, pertanto una cosa deve essere garantita, credibilità istituzionale ed efficacia di interventi.
Tutto questo ha una precondizione ineluttabile. Che si parti subito, perché l’estate è tra meno di due mesi e non c’è un minuto da perdere. Si individui una Task Force che abbia il compito di darsi un cronoprogramma e rispettarlo.
L’estate sta arrivando ma dobbiamo coglierla, prima che finisca.
Gatto Silvestro