Ambiente

L’Etna, con il freddo cresce lo spettacolo fornito dal vulcano

Nelle zone sommitali dell’Etna da ieri a stamattina, complice il tempo atmosferico gelido che ha reso l’aria tersa aumentando la visibilità, è stato spettacolo continuo, diurno e anche notturno, anche se poi l’attività esplosiva è calata .
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, aveva reso noto come fin dalle prime ore di ieri fosse stata osservata nella zona sommitale una graduale intensificazione dell’attività esplosiva dal Cratere di Sud est.

Mentre l’attività era continua dalle bocche orientali del medesimo cratere, si osservavano anche sporadiche e a volte violente esplosioni dalla “bocca della sella”.

Era proseguita inoltre l’attività esplosiva intracraterica nei crateri Bocca Nuova, Voragine e di Nord est.

Da ieri dopo le 20 è stata poi osservata una graduale diminuzione dell’attività esplosiva alle bocche orientali del Cratere di Sud-Est, dove però persiste una modesta attività stromboliana.

L’attività agli altri crateri sommitali non mostra variazioni significative.

Il vulcano, insomma, senza intimorire visto che secondo gli esperti tutto rientra nella normale attività dell’Etna, continua a dar spettacolo.

E lo dimostrano le splendide immagini che vi offriamo in questa gallery.
Il protagonista assoluto è Orazio Valenti, che “sorveglia” continuamente il “suo” vulcano, che ama profondamente. Dalla sua attività è nato il libro “Il mio Omaggio al Mongibello”, con oltre settecento foto dell’Etna. Un’altra delle immagini è stata scattata, da Catania, da Graziella Nigro. Infine alla gallery abbiamo aggiunto un’immagine di stamattina del sistema di sorveglianza video dell’Ingv.

Foto Nigro
Foto Valenti
Foto Valenti
Foto Valenti
Foto Valenti
Foto Valenti
Foto Valenti
Foto Valenti

Sul fronte strumentale, intanto, l’Osservatorio etneo dell’Istituto ha reso noto che, ieri, riguardo all’ampiezza media del tremore vulcanico, era stata registrata una tendenza all’incremento fin dalle prime ore della mattinata di ieri, ma nel pomeriggio l’incremento è stato decisamente più significativo.

L’ampiezza ha raggiunto valori elevati che si sono mantenuti alti fino a sera e la sorgente del tremore risultava localizzata al di sotto del Cratere di SE, alla profondità di circa 2900m.

Dalle 20 però, l’ampiezza media, è scritto in una nota dell’Istituto, “ha mostrato un chiaro e veloce decremento ed ha raggiunto dopo circa un’ora valori del tutto confrontabili a quelli che hanno preceduto la fase eruttiva”.

Allo stato attuale, comunque, l’ampiezza rimane confinata nell’intervallo dei valori alti.

L’attività infrasonica continua ad essere molto sostenuta, essendo caratterizzata da un alto tasso di accadimento ed elevata energia.
I dati di deformazione delle reti GPS e clinometrica non hanno mostrato variazioni significative.

L’Osservatorio etneo

La Sezione di Catania è un’istituzione scientifica pubblica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) che svolge attività di ricerca, monitoraggio e sorveglianza nei settori della geofisica e della vulcanologia.

Il servizio di monitoraggio e sorveglianza sismica e vulcanica del territorio siciliano, svolto a supporto degli organi di Protezione Civile, rientra pretanto a pieno titolo tra le attività ordinarie della Sezione di Catania.

La Sezione è nata dalla fusione dell’Istituto Internazionale per la Vulcanologia (fondato nel 1969) e dal più recente “Sistema Poseidon”, per via di un Decreto Legislativo del 1999 che ha individuato nell’Ingv l’ente di riferimento per il monitoraggio e la sorveglianza sismica e vulcanica in Italia.

L’Istituto Internazionale di Vulcanologia del Cnr aveva dato un importante contributo al monitoraggio dell’Etna e delle isole Eolie, favorendo lo scambio con ricercatori stranieri ed attivando un primo nucleo di sorveglianza geofisica e vulcanologica.

Il “Sistema Poseidon”, nato dall’intesa tra il Governo nazionale e quello regionale siciliano, aveva compiti di monitoraggio e sorveglianza sismica e vulcanica in Sicilia orientale.

Nel corso del 2000 le funzioni del “Sistema Poseidon” sono state assorbite dalla Sezione di Catania dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.