Libretti postali dimenticati in Sicilia, si rischia di perdere tutto. E non è un modo di dire. Sono infatti mezzo milione quelli che rischiano letteralmente di essere cancellati entro il 21 giugno 2022.
Alcuni correntisti infatti hanno dimenticato in qualche cassetto un libretto di risparmio con cifre importanti, qualcuno addirittura mezzo milione di euro.
Numeri alla mano, sono decine di migliaia i risparmiatori che hanno un libretto postale ma lo hanno smarrito chissà dove, oppure ci sono eredi che neppure sanno di esserlo. E poi ci sono tutti i libretti gettati per errore.
“È opportuno che i cittadini verifichino i propri documenti e quelli dei parenti anziani, per evitare di perdere gli importi dovuti. Tale circostanza è valida anche per gli eredi che vogliano verificare l’esistenza di libretti “dormienti” intestati al parente deceduto”, dicono da Federconsumatori. Se si conosce il numero identificativo del libretto è semplice verificare se si tratta di uno dormiente: sul sito di Poste Italiane c’è l’elenco completo.
La misura agisce sui depositi che presentano somme pari o superiori a 100 euro, ma che non sono stati più incrementanti o utilizzati da 10 anni. L’unico modo per evitare la chiusura è rispondere alla comunicazione di Poste entro 180 giorni oppure effettuare un’operazione. Altrimenti verrà estinto.
Basta effettuare un’operazione per scongiurare il rischio, ma realisticamente chi non fa operazioni sui libretti da 10 anni a questa parte, non ne farà nemmeno entro il primo giorno della prossima estate. Ma la comunicazione non arriverà certo a tutti. Infatti la maggior parte dei rapporti sono intitolati a persone decedute, o a persone che neppure sanno di averli. Poste Italiane non ha mai comunicato quanti siano esattamente i libretti dormienti, ma secondo le stime più credibili sarebbero decine di migliaia.
Le Poste non sono obbligate ad avvertire. Chi si accorgesse che i propri soldi sono “spariti” ha ancora 10 anni di tempo per recuperarli: tra il 2010 e il 2016, sono state finalizzate in questo senso poco meno di 40 mila istanze per quasi 220 milioni di euro. D’altra parte nel calderone “rientrano non solo depositi di denaro, libretti di risparmio (bancari e postali), conti correnti bancari e postali, ma anche azioni, obbligazioni, certificati di deposito e fondi d’investimento nonché assegni circolari non riscossi entro il termine di prescrizione”. Le somme finiscono al Fondo speciale per il rimborso dei risparmiatori vittime di frodi finanziarie.