Agricoltura

Limoni in pericolo in Sicilia, un fungo e il caldo anomalo uccidono “l’oro giallo” dell’Isola

La produzione dei limoni in Italia – e in particolare in Sicilia – è diminuita drasticamente nel corso degli ultimi decenni. Secondo le ultime stime, infatti, nel nostro Paese la superficie agricola destinata alla coltivazione del cosiddetto “oro giallo” è diminuita del 45%, con una diminuzione della produzione che è calata del 41%.

Il fungo che fa ammalare i limoni siciliani

A determinare questo crollo netto, tra le maggiori cause, è il “mal secco” (Phoma tracheiphila), una patologia fungina che colpisce tutti gli agrumi, in particolare i limoni.

Una sventura per la Sicilia, Regione che detiene quasi il 90% della produzione nazionale di questo pregiato agrume. Nell’Isola la coltivazione di questo agrume è diffusa particolarmente nelle zone di Bagheria (Palermo), Scordia (Catania) e nella provincia di Siracusa e rappresenta una delle principali fonti economiche della Sicilia.

Limoni fioriti in anticipo per il caldo

Oltre al “mal secco”, un’altra seria minaccia alla produzione dei limoni in Sicilia è rappresentata anche dal clima “impazzito” di queste settimane. A causa delle alte temperature, infatti, i limoni nell’Isola sono fioriti in anticipo.

Raramente in Sicilia, infatti, sono stati toccati oltre 20 gradi nei mesi di dicembre e gennaio. Una situazione determinata dal repentino cambiamento climatico che sta causando effetti sempre più drammatici alle nostre latitudini.

Secondo le rilevazioni effettuate da Coldiretti su dati Isac Cnr, il 2022 è stato l’anno più caldo mai registrato, con una temperatura superiore di 1,15 gradi rispetto alla media del periodo. Di contro, le precipitazioni hanno subito un calo inesorabile, con un quantitativo inferiore fino a un terzo rispetto alla media.

Agrumi in pericolo, la “pezza” del Governo

L’allarme del crollo della produzione degli agrumi è giunto anche a Roma e ha sollecitato l’attenzione del Governo che ha provveduto a destinare un Fondo a difesa degli agrumi all’interno della Manovra approvata in Parlamento a fine dicembre 2022.

Il Fondo prevede una dotazione economica di 3 milioni di euro per ogni anno dal 2023 al 2025, per un totale complessivo di 9 milioni.

L’inserimento del provvedimento nella Legge di Bilancio è stato accolto con soddisfazione dal ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida: “L’obiettivo del Governo è dare risposte concrete anche al comparto agroalimentare, un settore nevralgico per la nostra Nazione Vogliamo rafforzare le filiere italiane e proteggere i nostri prodotti, che sono sinonimo di eccellenza e qualità”, ha commentato il titolare del dicastero.