Il Sud esiste

L’impresa e i suoi valori

«Sono l’originale esposizione e la difesa, in chiave laica, dei mercatores che marcano la differenza del libro del Raguseo dai ‘manuali di mercatura’. Rispetto a questi esso sta certamente su un piano oltre che diverso anche più alto. E di collocarlo su un tale piano fu senz’altro l’ardenza del suo autore, il quale intese fare opera ‘filosofica’ e di ‘cultura ad un tempo’»34.

Potrebbero apparire esagerate le attenzioni che Cotrugli dedica alla persona del mercante, soprattutto nel libro terzo, sul piano sia fisico che intellettuale e morale, con il seguito per la famiglia nel libro quarto. Ma Cotrugli, nel suo sforzo di elevare la considerazione per l’attività del mercante-imprenditore, vuole anche far capire quanto essa sia impegnativa. Al contempo vuole far comprendere al mercante che deve continuamente sforzarsi di migliorare la propria conoscenza e la propria resistenza anche fisica. Il buon mercante (mercante perfetto) è un uomo d’azione ma anche di studio. Deve semplicemente sapere «tutto quello che può sapere un homo» e, con buona pace di Sombart, deve essere addestrato «a ricordare delle cose passate, considerare le presenti, prevedere le future». Ma il buon mercante deve avere anche buone doti fisiche e buona salute perché «si conviene alle volte durare grande fatica di giorno e di notte, camminare principalmente a piedi, a cavallo, per mare, per terra, e cioè affaticarsi nel vendere e nel comprare […] E perciò occorre qualche volta rinviare a un altro momento il mangiare e il bere, il dormire, anzi è necessario di tollerare fame e sete, vigilie, e seguire altre cose che sono noiose e contrarie alla qualità del corpo».

Sono parecchi gli altri temi di Cotrugli che mi piacerebbe commentare, anche per la loro attualità.
Penso alle bellissime pagine dedicate a quella che oggi chiamiamo successione o continuità aziendale, e che lui chiama «De li figlioli» (Libro iv, cap. 7). Non avrei invero esitazione a raccomandare queste pagine a qualsiasi corso contemporaneo sul tema. Basterà citare un passaggio la cui verità ho tante volte verificato ma che non ho mai visto illustrato con tanta chiarezza per iscritto: «lo patre ama e voria veder lo figlio più richo de lui, ma non più honorato, e lo figlio voria vedere lo patre più honorato, ma non più richo».

Penso alle densissime pagine del terzo libro dedicato alle qualità morali, a tutto tondo, che il mercante perfetto deve avere. Basterà qui sottolineare un passaggio importantissimo.
Il mercante perfetto deve essere anche un buon cittadino, ma per questo altre componenti fondative, oltre a quelle proprie del mercante, sono necessarie: componenti culturali, civili, religiose. Oggi diciamo: l’impresa e il suo sistema di valori non possono essere autoreferenti. È piuttosto il buon mercante che nasce dal buon cittadino («Nel Cotrugli, infatti, la mercatura rappresenta la strada della ricchezza, non quella della formazione dell’uomo morale e civile; non è davvero attraverso l’esercizio della professione che il mercante consegue la sua integrale maturità, che al contrario è una delle condizioni che gli permette di operare come mercante perfetto»).