ROMA – La Sicilia ha visto nel 2019 una contrazione del 6,2% del numero di richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti presentate dalle imprese agli istituti di credito rispetto al 2018.
Quella registrata nella nostra Isola è una flessione ancora più marcata rispetto a quella nazionale (-3,4%). Un dato, questo, che testimonia una battuta d’arresto ancor più significativa e legata ad un tessuto produttivo, come quello siciliano per l’appunto, più fragile e soggetto alle conseguenze della crisi economica.
In realtà è tutto contesto macro economico italiano ad essere caratterizzato da una contrazione complessiva di mercato e dall’introduzione di nuove norme regolamentari, l’ultimo trimestre del 2019 ha fatto registrare una flessione pari a -2,9% del numero di richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti che rafforza ulteriormente la dinamica negativa rispetto ai primi trimestri dell’anno.
La dinamica in atto va contestualizzata rispetto allo stato di salute delle imprese italiane che, pur adottando un atteggiamento cauto in una fase caratterizzata da molteplici elementi di incertezza, vede comunque una progressiva diminuzione del numero di fallimenti, dei ritardi nei pagamenti commerciali e un miglioramento del tasso di default, che risulta in contrazione a partire dal 2014.
Tornando alla Sicilia, malgrado il significativo decremento del numero di richieste di prestito, considerando il volume complessivo delle richieste in termini assoluti la regione si posiziona all’ottavo posto nella classifica nazionale guidata dalla Lombardia.
Tutte le provincie mostrano un andamento negativo, con i cali più significativi a Ragusa e a Agrigento, rispettivamente pari a -11,9% e -11,4%, seguite da Siracusa, con -10,5%. La contrazione meno accentuata, invece, si rileva a Caltanissetta (-0,1%), che precede Catania (-1,8%), Messina (-3,8%) e Trapani (-5,5%). A Palermo il calo si è assestato a -7,4%.
Per quanto riguarda l’importo medio dei finanziamenti richiesti dalle imprese, invece, con 50.959 Euro la Sicilia si colloca al di sotto della media nazionale (65.790 Euro), registrando però un aumento del +3,9% rispetto al 2018.
A livello provinciale il valore più elevato si rileva a Agrigento, che con 57.565 Euro mediamente richiesti guadagna ben 49 posizioni nel ranking nazionale passando dalla 94^ alla 45^ posizione.
Seguono Catania con 56.181 Euro (al 52° posto della classifica contro il 62° del 2018), e Caltanissetta, con 53.689 Euro. A Palermo l’importo medio si è assestato a 49.868 Euro.
“Anche l’ultimo trimestre del 2019 ha confermato il rallentamento delle richieste di credito presentate dalle imprese, che ha caratterizzato l’intero anno appena concluso malgrado i tassi di interesse applicati continuino a mantenersi sui livelli molto bassi – spiega Simone Capecchi, Executive Director di Crif -. Senza dubbio il mercato del credito alle imprese sta vivendo una fase di forte cambiamento, accelerato anche dall’avvento da un lato di nuove normative e dall’altro di tecnologie innovative. In questo contesto, per le aziende di credito si presenta l’opportunità di adottare soluzioni di open banking per sviluppare nuovi prodotti e occasioni di relazione con la clientela business. Il tutto con logiche che vanno oltre la valutazione del merito creditizio e consentono di accompagnare l’impresa in tutte le fasi del rapporto: dall’aumento di fido alla proposta di servizi non bancari e a valore aggiunto”.