Economia

Liquidità a imprese, l’Abi, “Risorse prestiti 25mila euro insufficienti”

Potrebbero essere “risorse insufficienti”, quelle previste dai decreti Cura Italia e Liquidità per garantire prestiti da 25 mila euro a imprese e professionisti .

A parlare é Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Abi (Associazione Bancaria Italiana) il quale, nel corso di un’audizione alla Commissione d’inchiesta parlamentare sulle banche, ha fatto luce su alcune criticità delle risorse per prestiti.
“Potrebbero non bastare ma nel momento in cui sarà deliberato un ampliamento, queste risorse andranno a rafforzare la misura ed in questa prospettiva le banche stanno operando”, ha dichiarato Sabatini.
A beneficiare del finanziamento fino a 25 mila euro è una platea di circa tre milioni, tra imprese e professionisti.
“Uno sforzo enorme richiesto alle banche in termini di risposta e contenuti” – aggiunge Sabatini.
Un altro problema sollevato dall’Abi è la necessita di intervenire con modifiche normative di tutela sotto il profilo penale nel caso di erogazione di prestiti superiori alla soglia dei 25mila euro alle imprese, ed in particolare, nel caso le imprese beneficiarie dei finanziamenti finissero poi in procedura fallimentare.

“è necessario che siano definite soluzioni che diano certezza sui profili di responsabilità delle banche nel momento in cui si eroga liquidità per i finanziamenti diversi da quelli fino a 25mila euro”, ha detto Sabatini.

“Finanziamenti – ha sottolineato ancora – che richiedono comunque un’istruttoria di merito di credito ed il rispetto di tutta la normativa antiricilclaggio. Qui non è compito dell’Abi individuare le priorità, ma abbiamo obiettivi della celerità delle erogazioni e del rispetto delle norme che dovrebbero essere coniciliati e quindi dovrebebro essere forniti gli strumenti che possano accelerare la procedura di analisi del merito di credito da parte delle banche provvedendo tutela sotto il profilo penale dell’attività di erogazione del credito durante la crisi”.

“Occorre in altri termini evitare che sulle banche e sugli esponenti aziendali siano trasferiti rischi laddove le misure di sostegno alle imprese non sortissero gli sperati effetti e le imprese cadessero in stato di insolvenza” ha concluso.
Anche sui tassi di interesse massimi sui prestiti fino a 25 mila euri l’Abi non può intervenire sulle banche per ridurli. “è una materia però sulla quale l’Abi non può intervenire ed in passato siamo stati sanzionati per essere intervenuti dall’Antitrust” ha concluso.
Nel frattempo, a tutela e sostegno delle famiglie, lavoratori autonomi e liberi professionisti colpite dall’evento epidemiologico, é stato siglato l’accordo tra l’Abi e le associazioni di consumatori.

Nel dettaglio, l’accordo prevede la possibilità di sospendere fino a 12 mesi la quota capitale delle rate dei mutui garantiti da immobili e degli altri finanziamenti a rimborso rateale.
Gli ambiti di intervento dellAccordo sono:mutui garantiti da ipoteche su immobili non di lusso erogati prima del 31 gennaio 2020 a persone fisiche per ristrutturazione degli stessi immobili ipotecati, liquidità o acquisto di immobili non adibiti ad abitazione principale, che non rientrano nei benefici previsti dal Fondo Gasparrini o pur essendo connessi all’acquisto dellabitazione principale non presentano le caratteristiche idonee all`accesso del Fondo Gasparrini; prestiti non garantiti da garanzia reale a rimborso rateale erogati prima del 31 gennaio 2020.

La sospensione comprende anche le eventuali rate scadute e non pagate dopo il 31 gennaio 2020 e non determina l`applicazione di alcuna commissione.

Liliana Rosano