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Una lista di 100 opere sul tavolo del ministro Salvini: “Così faremo il ponte sullo Stretto”

Matteo Salvini subito al lavoro sulle grandi opere. Il neo ministro, che ha la delega alle Infrastrutture e il ruolo di vicepresidente del Consiglio, sta approfondendo i dossier sulle oltre 100 opere pubbliche rilevanti e commissariate in tutta Italia. Si tratta di un investimento complessivo superiore ai 100 miliardi di euro.

Dopo il primo consiglio dei ministri, il leader della Lega ha sta già analizzando l’elenco che comprende strade, ferrovie, porti, dighe, caserme, metropolitane, impianti sportivi. Sul tavolo del ministro ci sono anche opere come la Gronda di Genova e altre di cui si parla da decenni e che, nelle intenzioni di Salvini, dovranno trasformarsi in realtà come il ponte sullo Stretto.

“Ai colleghi di governo, questa mattina – si legge in una nota della Lega -, Salvini ha sottolineato l’importanza della lealtà, della condivisione e della collaborazione”.

Salvini e l’obiettivo di sbloccare i cantieri

“Ci sono migliaia di cantieri fermi in questo momento in Italia, eterni lavori, ponti e viadotti da sistemare, 102 opere pubbliche commissariate da anni. Sbloccare i cantieri significa lavoro, efficienza, modernità, tutela dell’ambiente: non prometto miracoli in 15 giorni ma da Gronda al ponte sullo Stretto di Messina ci metterò tutta la mia energia che al ministero dell’Interno gli italiani hanno toccato con mano. Sbloccare i cantieri significa dare sicurezza e creare lavoro“.

Salvini non ha nascosto le sue intenzioni. “Il ponte sullo Stretto è tra i miei obiettivi. Se dopo 50 anni faremo partire il cantiere e i lavori sarà un grande passo avanti per l’ingegneria nel mondo. Ovviamente è solo un pezzo del puzzle, con alta velocità, Gronda e altri cantieri che porteranno lavoro, sviluppo, velocità”.

Salvini: il Ponte sullo Stretto costa più non farlo che farlo

Già prima della nomina a ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini aveva preannunciato quale sarebbe stata l’azione del governo di centrodestra. “Sul Ponte sullo Stretto ci sono stati troppi anni di chiacchiere, devono partire i lavori perché non è solo l’unire la Sicilia e la Calabria: è lavoro, sviluppo e tutela dell’ambiente, con la pulizia del mare e unire l’Italia all’Europa. Costa più non farlo, che farlo. Con l’Europa che, una volta tanto, ci metterebbe la metà dei soldi che servono“.

Sull’investimento necessario già da tempo il neo ministro ha in mente la spesa necessaria. “Ai siciliani non avere il Ponte costa cinque miliardi di euro l’anno. In un anno te lo ripaghi e ti permette di in andare in treno a Roma in poche ore. Certo non basta da solo: servono ferrovie all’altezza, l’alta velocità ferroviaria. Ma senza il Ponte lo sviluppo di Sicilia e Calabria non sarà mai garantito.

Ponte sullo Stretto, opposizione già all’attacco

Se le intenzioni del governo sul ponte sullo Stretto sono chiare, dall’opposizione arrivano i primi attacchi. A intervenire è la deputata M5S Vittoria Baldino, a margine di una manifestazione politica tenutasi a Corigliano Rossano. “Adesso Salvini gestisce il ministero chiave per lo sviluppo della Calabria, perciò vigileremo e lo incalzeremo affinché faccia quello che ha promesso. Il ponte sullo Stretto, in questo momento sicuramente non è una priorità né per la Calabria né per la Sicilia. In Calabria non abbiamo bisogno di grandi opere, ma di piccole opere che per noi però sono grandissime. Abbiamo bisogno di treni, di ferrovie, di aeroporti che funzionano, di una 106 che non sia più riconosciuta come la strada della morte”.