Che strano Paese è l’Italia. La settimana si era aperta con l’Italia di Filippo, scappato in Germania dopo aver ucciso Giulia. Sembrava a tutti un “bravo ragazzo” Filippo. Ma non lo era, aveva un mostro dentro di sé, che lui non ha gestito poi il mostro lo ha divorato. Anche Jannik, con cui si è chiusa la settimana è un “bravo ragazzo”, ma sul serio. Anche lui si batteva con un mostro alieno, Nole Djokovic, fuori di lui, ma Sinner lo ha gestito e poi dominato. Lui non si è fatto impaurire, non ha ceduto allo scoramento. Chiunque con tre match point contro, davanti ad un essere invincibile, si sarebbe schiantato, il suo braccio ma soprattutto i suoi neuroni sarebbero andati in pappa.
Il bravo ragazzo dai capelli rossi no. La sua serenità, la sua forza interiore, il suo carattere a soli 22 anni, gli stessi di Filippo Turetta, sono impressionanti. E ci hanno riportato a casa L’Insalatiera, la Coppa Davis, dopo soli 47 anni. Allora c’erano le magliette, rosse anch’esse, che rifiutavano un altro mostro, Pinochet. l’Italia di oggi, in bilico tra bravi ragazzi, di genere totalmente diverso, deve scegliere. Per quanto ci riguarda, da tennista scarso e dilettante, è chiaro da che parte stare. Da quella di un ragazzo vincente, ma senza arroganza, fortissimo, battere Djokovic tre volte in quindici giorni è Mission Impossible, ma sempre gentile con gli avversari, con tutti. Un’altra Italia è possibile tra questi ragazzi della Generazione Zero, sta a noi scegliere cosa fare.
Così è se vi pare